Colpo di calore nel gatto: sintomi, trattamento e prevenzione

Il colpo di calore rappresenta una delle emergenze mediche più serie che possono colpire i nostri amici felini durante i mesi estivi. Sebbene i gatti siano generalmente più abili dei cani nel gestire le temperature elevate, questa condizione può manifestarsi in modo rapido e avere conseguenze potenzialmente fatali se non riconosciuta e trattata per tempo.

Cos’è il colpo di calore

Il colpo di calore, tecnicamente definito ipertermia non febbrile, si verifica quando la temperatura corporea del gatto supera la sua capacità di termoregolazione. La temperatura normale di un gatto adulto oscilla tra 38°C e 39,2°C. Quando questa supera i 40,5°C, ci troviamo di fronte a una vera emergenza medica che richiede un intervento immediato.

A differenza della febbre, dove l’organismo aumenta volontariamente la temperatura per combattere un’infezione, nel colpo di calore il sistema di termoregolazione viene sopraffatto dalle condizioni ambientali. Secondo la letteratura veterinaria, quando la temperatura corporea raggiunge i 41°C si verificano danni al sistema nervoso, mentre a 41,5°C inizia la morte cellulare diffusa.

I meccanismi di termoregolazione del gatto

Per comprendere la gravità del colpo di calore, è importante conoscere come i gatti regolano la loro temperatura corporea. A differenza degli esseri umani, i felini possiedono ghiandole sudoripare solo sui polpastrelli delle zampe, il che limita la loro capacità di dissipare il calore attraverso la sudorazione.

I gatti si affidano principalmente a tre meccanismi per mantenersi freschi: la ricerca di superfici fresche dove sdraiarsi, l’aumento della toelettatura (l’evaporazione della saliva aiuta a rinfrescare) e, solo in casi estremi, la respirazione a bocca aperta. Quest’ultimo comportamento, a differenza di quanto accade nei cani, rappresenta sempre un segnale di grave disagio termico nel gatto.

L’ipotalamo, situato nel diencefalo (la parte centrale del cervello), funge da termostato interno che regola su base costante la temperatura corporea, attivando i meccanismi di raffreddamento o riscaldamento secondo necessità.

Fattori di rischio

Non tutti i gatti presentano la stessa vulnerabilità al colpo di calore. Esistono infatti diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare questa pericolosa condizione.

Fattori anatomici e genetici

I gatti brachicefali (con il muso schiacciato) come Persiani ed Exotic Shorthair presentano un rischio maggiore. La loro conformazione anatomica compromette l’efficienza della respirazione e quindi la capacità di dissipare il calore. Secondo quanto riportato da PetMD, queste razze possono sviluppare sintomi di colpo di calore anche con temperature moderate.

Contrariamente a quanto si possa pensare, sia i gatti a pelo lungo che quelli senza pelo (come lo Sphynx) sono a rischio. I primi per l’effetto isolante del mantello folto, i secondi per la mancanza di protezione dalle temperature elevate.

Fattori legati all’età e al peso

L’età rappresenta un fattore critico. I gattini sotto i 4 mesi e i gatti anziani hanno meccanismi di termoregolazione meno efficienti. La loro capacità di adattamento alle variazioni termiche è ridotta, il che li espone a un rischio maggiore.

L’obesità rappresenta un altro fattore di rischio. Il tessuto adiposo agisce come isolante termico che trattiene il calore e ostacola il raffreddamento dell’organismo. Inoltre, i gatti in sovrappeso generano più calore durante il movimento e presentano spesso difficoltà respiratorie che compromettono ulteriormente la termoregolazione (fonte: AAHA, 2024).

Condizioni mediche predisponenti

Le condizioni mediche preesistenti giocano un ruolo cruciale. I gatti affetti da malattie renali, cardiache, respiratorie o neurologiche sono particolarmente a rischio. Le patologie renali, presenti in oltre il 60% dei gatti anziani secondo studi necroscopici, compromettono la capacità dell’organismo di mantenere l’equilibrio idrico.

Sintomi

Il riconoscimento precoce dei sintomi può fare la differenza tra la vita e la morte. I gatti sono maestri nel nascondere il malessere, quindi è essenziale osservare attentamente ogni cambiamento comportamentale durante i periodi caldi.

Sintomi iniziali (esaurimento da calore)

Sintomi del colpo di calore conclamato

  • Respirazione a bocca aperta con lingua protrusa: nei gatti, questo è sempre un segno di grave emergenza
  • Ipersalivazione: saliva densa e viscosa dovuta alla disidratazione
  • Temperatura rettale superiore a 40,5°C
  • Gengive di colore rosso scuro o, nei casi gravi, pallide o bluastre
  • Vomito e/o diarrea, che possono contenere sangue
  • Atassia: barcollamento, difficoltà a mantenere l’equilibrio
  • Letargia estrema o stupore
  • Convulsioni o tremori muscolari
  • Petecchie: piccole emorragie puntiformi su gengive, orecchie o addome, segno di coagulopatia

La progressione dai sintomi lievi a quelli gravi può essere molto rapida, specialmente in condizioni di alta temperatura e umidità.

Primo soccorso

Se sospetti che il tuo gatto stia soffrendo di colpo di calore, ogni minuto conta. Studi veterinari dimostrano che i cani raffreddati attivamente prima dell’arrivo in clinica presentano un tasso di mortalità del 19%, contro il 49% di quelli non raffreddati. Sebbene non esistano dati specifici per i gatti, è ragionevole assumere benefici simili.

Cosa fare subito

  • Sposta immediatamente il gatto in un ambiente fresco e ventilato. Cerca un luogo con aria condizionata o, se sei all’aperto, trova l’ombra e un posto con brezza. La temperatura ambientale deve scendere il prima possibile.
  • Inizia il raffreddamento graduale con acqua fresca. Utilizza acqua a temperatura ambiente (mai ghiacciata) e bagna delicatamente zampe, testa, ascelle e inguine, le zone dove il raffreddamento è più efficace. Posiziona asciugamani umidi sotto il gatto, sostituendoli quando si riscaldano.
  • Usa un ventilatore se disponibile. Posizionalo in modo che l’aria circoli intorno al gatto senza puntarlo direttamente sull’animale. L’evaporazione dell’acqua dalla pelliccia umida aiuterà a dissipare il calore più rapidamente.
  • Monitora la temperatura rettale se hai un termometro. Misura ogni 2-3 minuti e interrompi il raffreddamento quando raggiunge i 39,5°C per evitare l’ipotermia. Se non hai un termometro, raffredda per circa 10 minuti poi rallenta in modo graduale.
  • Offri acqua fresca senza forzare. Lascia una ciotola vicino al gatto e, se necessario, usa una siringa senza ago per far cadere con delicatezza alcune gocce sulla lingua. Mai versare acqua direttamente in bocca per scongiurare il rischio di aspirazione polmonare.
  • Contatta subito il veterinario. Chiama mentre inizi le manovre di raffreddamento, descrivi i sintomi e prepara il trasporto mantenendo l’auto climatizzata. Anche se il gatto sembra migliorare, la visita veterinaria rimane essenziale.

Cosa NON fare MAI

  • Non usare ghiaccio o acqua ghiacciata. La vasocostrizione periferica che ne deriva rallenta il raffreddamento degli organi interni, peggiorando la situazione.
  • Non immergere completamente il gatto nell’acqua. Questo può causare shock termico, panico e aumentare il rischio di annegamento in un animale già debilitato.
  • Non somministrare farmaci umani. Aspirina, paracetamolo e ibuprofene sono tossici per i gatti e possono causare danni gravi in un organismo già compromesso.
  • Non coprire il gatto con asciugamani bagnati. Anche se può sembrare logico avvolgere l’animale per raffreddarlo, questo intrappola il calore corporeo invece di disperderlo. Gli asciugamani vanno posizionati solo sotto l’animale.
  • Non raffreddare troppo rapidamente. Un abbassamento drastico della temperatura può causare shock. Il raffreddamento deve essere graduale e controllato.
  • Non ritardare il trasporto dal veterinario. Anche se i sintomi sembrano migliorare, i danni interni possono progredire. Il colpo di calore richiede sempre valutazione e trattamento professionale.

Trattamento veterinario

Una volta in clinica, il veterinario implementerà un protocollo di trattamento intensivo multisistemico.

Stabilizzazione del gatto

  • Fluidoterapia endovenosa intensiva. Rappresenta il cardine del trattamento, essenziale per reidratare l’animale, abbassare la temperatura corporea e supportare la funzione renale. Le soluzioni cristalloidi vengono somministrate a dosi elevate, spesso con aggiunta di destrosio per prevenire l’ipoglicemia, una complicanza comune del colpo di calore che può causare convulsioni.
  • Ossigenoterapia e supporto respiratorio. Molti gatti presentano compromissione respiratoria e necessitano di supplementazione di ossigeno. Questo viene fornito tramite gabbie ossigeno termoregolate o maschere facciali. Nei casi più gravi, quando il gatto non riesce a respirare in modo autonomo, può essere necessaria l’intubazione endotracheale e la ventilazione meccanica.
  • Raffreddamento controllato in ambiente clinico. Il veterinario continua il raffreddamento usando metodi sicuri come lavaggi con soluzione fisiologica tiepida, ventilatori medicali e tappetini refrigeranti speciali. La temperatura viene controllata ogni 5 minuti e il raffreddamento interrotto a 39-39,5°C per prevenire l’ipotermia iatrogena.

Monitoraggio e terapie di supporto

  • Monitoraggio continuo dei parametri vitali. Include elettrocardiogramma per rilevare aritmie potenzialmente fatali, misurazione della pressione arteriosa ogni 30-60 minuti, ed esami ematici seriati (ogni 4-6 ore) per valutare funzione renale, epatica e parametri coagulativi. La produzione urinaria viene monitorata tramite catetere vescicale con obiettivo di almeno 2 ml/kg/ora.
  • Antibioticoterapia preventiva. Vengono somministrati antibiotici ad ampio spettro (spesso ampicillina o enrofloxacina) per prevenire la traslocazione batterica intestinale, fenomeno comune quando la barriera intestinale è compromessa dal calore e che può portare a sepsi sistemica.
  • Protezione gastrointestinale. Gastroprotettori come omeprazolo o famotidina vengono somministrati per prevenire le ulcere da stress, mentre il sucralfato protegge la mucosa gastrica. Antiemetici come maropitant controllano il vomito, frequente in questi pazienti.

Gestione delle complicanze

  • Gestione delle coagulopatie. In caso di tempi di coagulazione prolungati o segni di CID (coagulazione intravascolare disseminata), vengono effettuate trasfusioni di plasma fresco congelato, che fornisce fattori della coagulazione essenziali. Possono essere necessarie multiple trasfusioni nelle prime 24-48 ore.
  • Trattamento dell’edema cerebrale. Se presente alterazione dello stato mentale o segni neurologici, viene somministrato mannitolo endovena, un diuretico osmotico che riduce la pressione intracranica. Il dosaggio viene calcolato in base al peso e la risposta monitorata attraverso l’esame neurologico.
  • Supporto nutrizionale precoce. Non appena il gatto è stabile e non vomita, viene iniziata l’alimentazione enterale tramite sondino naso-esofageo o esofagostomico, fondamentale per mantenere l’integrità della barriera intestinale e prevenire la traslocazione batterica.

Il ricovero in terapia intensiva può durare da 24 ore a diversi giorni, con monitoraggio 24/7. La durata dipende dalla gravità iniziale, dallo sviluppo di complicanze e dalla risposta al trattamento. Anche dopo la dimissione, possono essere necessari controlli frequenti per settimane.

Complicanze e prognosi

Il colpo di calore può causare una sindrome da disfunzione multiorgano (MODS) che rappresenta la principale causa di mortalità in questi pazienti.

Complicanze per sistema

Sistema renale: l’insufficienza renale acuta è una delle complicanze più comuni e temute. Il veterinario monitorerà attentamente la produzione urinaria, che dovrebbe mantenersi sopra i 2 ml/kg/ora. La necessità di dialisi indica una prognosi riservata.

Sistema ematico: può svilupparsi coagulazione intravascolare disseminata (CID), una condizione gravissima caratterizzata da emorragie diffuse e consumo dei fattori della coagulazione. Questa complicanza richiede trasfusioni multiple di plasma e monitoraggio intensivo.

Sistema nervoso: le complicanze neurologiche includono convulsioni, edema cerebrale e alterazioni permanenti del comportamento che possono persistere anche dopo la risoluzione dell’ipertermia. Alcuni gatti possono rimanere con deficit cognitivi o cambiamenti della personalità.

Sistema gastrointestinale: i danni possono variare dalla gastroenterite emorragica alla necrosi intestinale completa, con conseguente peritonite e sepsi sistemica.

Fattori prognostici

La prognosi dipende da molteplici fattori. Secondo dati veterinari, i tassi di mortalità nel cane variano dal 36% al 50%, con prognosi peggiore in presenza di:

  • Ipoglicemia persistente
  • Aumento significativo della creatinina
  • Convulsioni non controllate
  • Sviluppo di CID
  • Ritardo nel trattamento iniziale

Sebbene non esistano dati specifici pubblicati per il gatto, la mortalità dipende dalla gravità dei sintomi alla presentazione e dalla rapidità del trattamento.

I gatti che sopravvivono alle prime 48 ore presentano in genere una prognosi favorevole, ma possono necessitare di terapie a lungo termine per insufficienza renale cronica, cardiopatie o problemi neurologici permanenti. Il follow-up veterinario è essenziale per identificare e gestire eventuali sequele tardive.

Prevenzione

La prevenzione rimane l’approccio più efficace per proteggere il gatto dal colpo di calore. Un ambiente domestico adeguatamente climatizzato è la prima linea di difesa.

Durante i mesi estivi, è fondamentale mantenere una temperatura ambiente tra 22-26°C. La ventilazione deve essere adeguata in tutte le stanze, lasciando sempre accessibili zone naturalmente fresche come il bagno con pavimento piastrellato. L’acqua fresca deve essere disponibile in multiple postazioni, considerando l’uso di fontanelle che stimolano il consumo idrico. Durante le ondate di calore, i tappetini refrigeranti possono fornire sollievo aggiuntivo.

Per i gatti con accesso all’esterno, le precauzioni devono essere ancora più rigorose. Limitare l’uscita alle ore più fresche della giornata (prima delle 10 del mattino e dopo le 18) è essenziale. Il giardino deve offrire zone d’ombra permanenti e il gatto deve poter sempre rientrare in casa autonomamente. Controllare sempre capanni, serre e garage prima di chiuderli per evitare intrappolamenti accidentali.

Mai, in nessuna circostanza, lasciare il gatto in auto. La temperatura interna può aumentare di 4°C ogni ora, trasformando rapidamente l’abitacolo in una trappola mortale anche in giornate apparentemente miti. Questa regola non ammette eccezioni, nemmeno per soste brevissime.

Durante i viaggi, è essenziale utilizzare trasportini ben ventilati e mantenere l’auto sempre climatizzata. I gatti a rischio (brachicefali, anziani, obesi, con patologie croniche) dovrebbero rimanere esclusivamente in ambienti climatizzati durante l’estate.

Un’innovazione tecnologica utile è l’installazione di termostati Wi-Fi che inviano notifiche in caso di guasto dell’aria condizionata, permettendo un intervento tempestivo anche quando non si è in casa.

Miti da sfatare

Esistono diverse credenze errate sul colpo di calore nei gatti che necessitano di essere corrette.

“Rasare il pelo aiuta a mantenere fresco il gatto” è completamente falso. Il mantello fornisce isolamento termico bidirezionale e protezione dai raggi UV. La rasatura può paradossalmente aumentare il rischio di scottature e colpo di calore, oltre a privare l’animale di un importante meccanismo di termoregolazione.

“I gatti si regolano da soli” è solo parzialmente vero. Mentre i gatti cercano istintivamente luoghi freschi, possono rimanere intrappolati in situazioni pericolose o essere incapaci di trovare refrigerio adeguato, specie se anziani o malati.

“Solo le temperature estreme sono pericolose” è pericolosamente falso. In condizioni di alta umidità e scarsa ventilazione, anche temperature di 25-30°C possono essere fatali, in particolare per i soggetti a rischio.

Domande frequenti (FAQ)

Il mio gatto ansima dopo aver giocato, devo preoccuparmi?

A differenza dei cani, i gatti non ansimano normalmente. Se il tuo gatto respira a bocca aperta, anche dopo il gioco, è sempre un segnale di stress termico o respiratorio. Spostalo subito in un ambiente fresco e, se il comportamento persiste per più di qualche minuto, contatta il veterinario.

Quali sono le temperature ambientali pericolose per i gatti?

Non esiste una temperatura soglia universale, poiché l’umidità gioca un ruolo cruciale. In generale, temperature superiori ai 30°C richiedono attenzione, ma con alta umidità anche 25-27°C possono essere rischiosi, specie per i gatti anziani, obesi o brachicefali.

Il mio gatto ha avuto un colpo di calore l’anno scorso, è più a rischio?

Sì, i gatti che hanno sofferto di colpo di calore subiscono un’alterazione permanente del loro sistema di termoregolazione ipotalamico che li rende più vulnerabili a episodi futuri. Questi gatti necessitano di precauzioni extra durante i mesi caldi.

I gatti a pelo lungo soffrono di più il caldo?

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il mantello fornisce anche isolamento dal calore. I gatti a pelo lungo possono effettivamente soffrire di più se il pelo è molto folto o infeltrito, ma la rasatura non è la soluzione e può peggiorare la situazione in quanto la pelle ai raggi UV.

Quanto tempo posso lasciare il gatto in auto con i finestrini aperti?

Mai, nemmeno per un minuto. La temperatura in auto può salire di 4°C ogni ora e i finestrini aperti non forniscono ventilazione sufficiente. Anche in giornate miti di 20°C, l’interno dell’auto può raggiungere temperature letali.

I gatti indoor possono soffrire di colpo di calore?

Sì, specialmente in caso di guasto dell’aria condizionata o se rimangono intrappolati in stanze non ventilate come lavanderie o soffitte. Anche l’asciugatrice rappresenta un pericolo mortale se il gatto vi si intrufola.

Esistono razze di gatti più resistenti al caldo?

Sebbene alcune razze orientali come l’Abissino tollerino meglio il caldo, nessun gatto è immune al colpo di calore. I fattori individuali (età, peso, salute) sono più determinanti della razza.

Fonti