Enzimi epatici alti nel cane: cause e cosa significano

Il fegato canino è un organo straordinario che svolge molteplici funzioni di fondamentale importanza. Esso agisce come un filtro per il sangue, rimuovendo le tossine, e svolge un ruolo cruciale nel metabolismo: produce la bile necessaria per la digestione dei grassi nell’intestino tenue e immagazzina l’eccesso di glucosio sotto forma di glicogeno. Inoltre, il fegato svolge una funzione essenziale nella coagulazione del sangue. In sintesi, si stima che tale organo concorra a oltre 500 funzioni vitali.

In considerazione dell’enorme rilevanza del fegato per la salute del cane, risulta comprensibile manifestare una certa preoccupazione qualora il medico veterinario riscontri un aumento degli enzimi epatici. Una delle principali sfide in tale contesto consiste nell’identificare se l’elevazione degli enzimi epatici sia riconducibile a una patologia epatica o ad altre cause di origine non epatica. Di seguito, esamineremo nel dettaglio cosa significa un aumento degli enzimi epatici, le possibili cause correlate e le tappe diagnostiche da intraprendere.

Cosa sono gli enzimi epatici?

Gli enzimi epatici rappresentano proteine fondamentali per catalizzare specifiche reazioni chimiche all’interno dell’organismo del cane. I valori degli enzimi epatici costituiscono un elemento cruciale all’interno dello screening sanitario di routine per la salute dell’animale. L’aumento di tali valori generalmente denota la presenza di infiammazione o danno epatico.

Gli enzimi epatici comunemente riscontrati nelle analisi del sangue del cane includono:

  • ALT (alanina aminotransferasi)
  • AST (aspartato aminotransferasi)
  • ALP (fosfatasi alcalina)
  • GGT (gamma-glutamil transpeptidasi)

Questi enzimi epatici possono essere suddivisi in due categorie distintive:

  • Enzimi che riflettono un danno epatocellulare, indicativo di un danno diretto alle cellule epatiche (ALT e AST).
  • Enzimi che indicano la presenza di colestasi, caratterizzata dalla riduzione o dall’arresto del flusso biliare (ALP e GGT).

Enzimi epatici alti nel cane: cosa significano

La maggior parte degli esami ematici di routine comprende l’analisi degli enzimi epatici, che consente al veterinario di effettuare uno screening per le patologie epatiche. In caso di forte sospetto di epatopatia o di pregressa patologia epatica, può essere eseguita una serie di test di laboratorio che valutano in modo completo la funzionalità e lo stato del fegato. Questi esami comprendono diversi parametri e analisi, tra cui gli enzimi epatici, al fine di ottenere una valutazione dettagliata della salute del fegato e identificare eventuali anomalie o malattie epatiche. L’aumento degli enzimi epatici nel cane potrebbe indicare danni alle cellule epatiche o problemi a carico del flusso biliare.

La valutazione della gravità dell’aumento degli enzimi epatici dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Il grado di aumento dei valori. Si riferisce all’entità dell’aumento dei valori degli enzimi epatici rispetto ai range di riferimento considerati normali. Può fornire al veterinario un’indicazione sulla gravità del danno o dell’infiammazione epatica, contribuendo nella valutazione della salute del fegato del cane.
  • Eventuali sintomi manifestati dal cane.
  • Se i livelli degli enzimi sono stabili nel tempo o aumentano in modo progressivo.
  • Il numero di enzimi epatici che presentano un valore anomalo. Si tratta di una misura della diversità o dell’entità degli enzimi che mostrano un’alterazione rispetto ai range di riferimento considerati normali.
  • Altri risultati ottenuti dagli esami del sangue e delle urine.
  • L’età del paziente.

Qualora uno degli enzimi epatici analizzati durante il test risulti avere un valore inferiore alla norma, questo risultato non viene considerato rilevante o indicativo di un problema epatico. In altre parole, l’attenzione è maggiormente concentrata sull’aumento dei valori degli enzimi, che può indicare un possibile danno o disturbo al fegato, mentre un valore ridotto non viene considerato come un indicatore di rilievo per la salute del fegato.

enzimi epatici alti cane

Cause degli enzimi epatici alti nel cane

Gli enzimi epatici possono presentare valori elevati a causa di diverse ragioni, che possono essere suddivise in tre categorie:

Danni al fegato o problemi del flusso biliare

  • Esposizione a tossine, come quelle presenti nello xilitolo, nelle alghe blu-verdi, nei funghi Amanita, nelle aflatossine, nelle palme da sago e nei metalli pesanti.
  • Cause infettive come la leptospirosi, l’epatite infettiva canina o l’istoplasmosi.
  • Tumori che colpiscono il fegato, la cistifellea o le vie biliari.
  • Infiammazione del fegato (epatite).
  • Cirrosi.
  • Infiammazione della cistifellea (colecistite).
  • Distensione della cistifellea con accumulo abnorme di muco all’interno della cavità dell’organo (mucocele della cistifellea).
  • Disturbi specifici legati alla razza, come l’epatopatia da accumulo di rame.

Malattie non epatiche

Fattori normali

  • Nei cuccioli è normale riscontrare un aumento dell’ALP, poiché questo enzima è prodotto anche dalle ossa in fase di crescita, oltre che dalle cellule epatiche.
  • L’iperplasia nodulare, che è comune nei cani anziani, può causare un aumento degli enzimi epatici.

In definitiva, esistono molte possibili cause di elevazione degli enzimi epatici, alcune delle quali potrebbero non essere menzionate nell’elenco di cui sopra. Se il veterinario intende determinare la causa sottostante, potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test.

Diagnosi della causa sottostante

Il veterinario valuterà l’intero quadro clinico al fine di determinare i passi successivi da intraprendere. Le analisi del sangue di routine includono altri valori che possono fornire indicazioni sulla corretta funzionalità epatica o sui danni presenti, come l’azoto ureico nel sangue (BUN), l’albumina, il colesterolo, il glucosio e la bilirubina totale. Eventuali alterazioni di tali valori possono risultare utili nel determinare la presenza di una ridotta funzionalità epatica o di un’ostruzione del flusso biliare nel cane.

Se il veterinario non mostra preoccupazione riguardo ai valori elevati degli enzimi epatici nel cane, potrebbe consigliare di ripetere gli esami di laboratorio dopo 1-3 mesi. Durante questo intervallo di tempo, è possibile monitorare eventuali variazioni nel profilo epatico nel corso della sua durata. In alcuni casi, il veterinario potrebbe raccomandare l’avvio di una terapia farmacologica per proteggere il fegato dell’animale. Questi farmaci possono contribuire a preservare la funzionalità epatica e a mitigare eventuali danni. Una volta completato il ciclo di trattamento, verranno effettuati ulteriori controlli per valutare l’efficacia della terapia e monitorare eventuali miglioramenti nel profilo epatico. Inoltre, potrebbe essere consigliata l’esecuzione di due test di laboratorio aggiuntivi: la misurazione degli acidi biliari e dell’ammoniaca nel sangue.

Il test degli acidi biliari valuta il funzionamento del fegato. Dopo un periodo di digiuno di 12 ore, viene prelevato un campione di sangue. Successivamente, l’animale viene alimentato e viene prelevato un secondo campione di sangue due ore dopo. Livelli significativamente elevati di acidi biliari nel secondo campione di sangue possono indicare un’alterazione della funzionalità epatica.

Anche i livelli di ammoniaca possono essere utili per valutare la funzionalità epatica. Nei cani sani, gli amminoacidi, che sono piccole molecole proteiche, vengono degradati nell’intestino, generando ammoniaca. Questa ammoniaca viene poi assorbita nel sangue e convertita in urea dal fegato. L’aumento dei livelli di ammoniaca nel sangue suggerisce una possibile disfunzione epatica, indicando che il fegato potrebbe avere difficoltà nel convertire l’ammoniaca.

Se il veterinario esprime preoccupazione per l’aumento degli enzimi epatici, potrebbe suggerire di eseguire un’ecografia addominale per valutare la morfologia del fegato. In determinati casi, potrebbe essere consigliata l’esecuzione di biopsie epatiche. Sebbene alcuni veterinari preferiscano procedere al prelievo di campioni epatici mediante agoaspirato in modalità ecoguidata, la biopsia epatica è spesso un intervento chirurgico più invasivo che richiede una piccola incisione per il prelievo del tessuto.

Nel caso in cui il cane presenti sintomi di patologia epatica, come inappetenza, vomito, diarrea, segni neurologici, accumulo di liquido nell’addome (ascite) o ittero, il veterinario adotterà probabilmente un approccio più aggressivo per identificare la causa di tali sintomi. Ciò potrebbe includere l’utilizzo di procedure di imaging come ecografia addominale o TAC, biopsie epatiche e l’ospedalizzazione del paziente per una migliore comprensione della causa sottostante. È importante sottolineare che qualora il veterinario sospetti una malattia del fegato, potrebbe essere necessario valutare la capacità di coagulazione del sangue del cane prima di procedere con un intervento chirurgico o una biopsia epatica.

Trattamento degli enzimi epatici alti nel cane

Il trattamento degli enzimi epatici alti nel cane dipende dalla causa sottostante.

Nel caso in cui l’animale non presenti sintomi gravi, il veterinario potrebbe iniziare una terapia con antibiotici, antiossidanti come il Denamarin e/o altri farmaci su prescrizione come l’Ursodiol. Dopo aver somministrato questi farmaci, si procede con un controllo degli enzimi epatici per valutare l’efficacia del trattamento.

Il Denamarin è un antiossidante spesso utilizzato per affrontare danni alle cellule epatiche, mentre l’Ursodiol è un farmaco che può essere utile in caso di problemi alla cistifellea. A seconda della situazione, potrebbero essere raccomandati entrambi i farmaci o altri medicinali con principi attivi simili. È importante sottolineare che i farmaci possono essere somministrati direttamente a casa, seguendo le indicazioni del veterinario.

Il trattamento del cane con enzimi epatici alti può risultare più complesso se si sospettano altre cause sottostanti. Ad esempio, nel caso di un tumore al fegato, spesso si opta per un approccio chirurgico. La leptospirosi, invece, richiede generalmente l’ospedalizzazione dell’animale con somministrazione di fluidi per via endovenosa e trattamento con l’antibiotico doxiciclina. In caso di epatite cronica, potrebbe essere necessario ricorrere a farmaci immunosoppressori come gli steroidi. Se il cane presenta segni di insufficienza epatica o malattia grave, potrebbe essere necessaria l’ospedalizzazione per diversi giorni.

È importante considerare che l’aumento degli enzimi epatici nel cane può essere causato anche da altre condizioni, come la sindrome di Cushing o la pancreatite. In tali situazioni, il trattamento sarà mirato alla causa sottostante dei livelli elevati di enzimi epatici anziché al fegato stesso.

Fonti

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