Istoplasmosi nel gatto: cause, sintomi, diagnosi e trattamento

Che cos’è l’istoplasmosi?

L’istoplasmosi è un’infezione fungina cronica e non contagiosa causata dal fungo Histoplasma capsulatum che vive nel suolo. Histoplasma capsulatum è presente a livello globale e può infettare sia l’essere umano che gli animali. Tuttavia, l’istoplasmosi è poco comune negli animali ad eccezione che nei cani e nei gatti.

Il fungo prospera in ambienti caldi e umidi e si trova comunemente nel suolo contenente feci di uccelli o pipistrelli.

In che modo il gatto o l’essere umano contraggono questa malattia?

L’essere umano e gli animali contraggono questa infezione inalando spore fungine, che successivamente raggiungono le vie aeree inferiori dove si moltiplicano e danno luogo a un’infezione localizzata. L’organismo può entrare nel corpo anche attraverso la bocca causando l’insorgere di un’infezione a livello intestinale.

L’infezione fungina può rimanere localizzata ai polmoni o all’intestino, oppure può diffondersi ad altri regioni corporee attraverso il flusso sanguigno o il sistema linfatico, causando una infezione sistemica o generalizzata.

In caso di un’infezione generalizzata, il fungo può insediarsi nei linfonodi, nella milza, nel fegato, nel midollo osseo, nella pelle o negli occhi.

La maggior parte dei gatti che sviluppa questa malattia ha meno di quattro anni. Tuttavia, i gatti di qualsiasi età possono essere colpiti dalla condizione. Non vi è una predilezione in termini di razza per questa malattia. L’evidenza suggerisce che l’esposizione prolungata a livelli elevati di organismi Histoplasma aumenta il rischio di contrarre la malattia.

Sintomi dell’istoplasmosi nel gatto

I sintomi dell’istoplasmosi sono variabili e di solito sono aspecifici. Nei gatti, i sintomi tipici includono:

Questi sono segni associati a molti altri disturbi che possono interessare il gatto.

Nel caso in cui i polmoni siano la sede principale dell’infezione, il gatto può manifestare segni di distress respiratorio, come tosse o difficoltà respiratoria. Se invece la sede principale dell’infezione è l’intestino, gli unici sintomi presenti possono essere inappetenza e perdita di peso.

Qualora la malattia divenga più generalizzata, è possibile che il veterinario rilevi un ingrossamento a carico di fegato, milza e/o linfonodi, segni di ulcerazione nella gola o nel tratto intestinale, lesioni cutanee drenanti, infezione oculare o coinvolgimento articolare causa di zoppia.

istoplasmosi gatto
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Diagnosi dell’istoplasmosi nel gatto

Il veterinario potrebbe sospettare la presenza di istoplasmosi nell’eventualità in cui il gatto abbia frequentato un’area dove questa malattia fosse prevalente uno o due mesi prima di ammalarsi. Poiché i segni dell’istoplasmosi sono spesso vaghi e aspecifici, il veterinario raccomanderà una serie di test di screening, tra cui radiografie, analisi delle urine ed esami del sangue. Gli esiti di questi test contribuiranno a supportare una diagnosi provvisoria di istoplasmosi.

I test possono essere eseguiti su sangue e urina che possono rilevare un componente della parete cellulare fungina. Esistono alcune limitazioni a questo test:

  • Può reagire in modo incrociato con altre specie fungine e potrebbe quindi non confermare una diagnosi di istoplasmosi ma solo di un’infezione fungina.
  • Il test può risultare un falso negativo se l’infezione è isolata a una regione corporea specifica come i polmoni.

Esame citologico e/o istopatologico sono necessari per diagnosticare l’istoplasmosi in modo conclusivo. L’esame citologico, ovvero l’esame microscopico delle cellule, può essere eseguito nello studio del veterinario analizzando le secrezioni drenanti da una ferita aperta o un campione aspirato da un nodulo o linfonodo. Nel caso in cui l’esito dell’esame citologico non sia conclusivo, potrebbe essere necessario procedere alla raccolta di campioni bioptici per un esame istopatologico. Questo esame prevede l’esame microscopico delle cellule all’interno di un campione di tessuto. Per questo test diagnostico viene prelevato un campione di tessuto e inviato a un patologo veterinario.

Trattamento dell’istoplasmosi nel gatto

È possibile trattare l’istoplasmosi, anche se non tutti i gatti sopravvivono alla malattia. Fortunatamente, i gatti tollerano meglio i nuovi farmaci antimicotici come il fluconazolo (Diflucan®) e l’itraconazolo (Itrafungol® e Sporanox®) con meno effetti collaterali rispetto ai farmaci utilizzati diversi anni fa.

Per trattare con successo questa malattia, la somministrazione dei farmaci dovrà essere proseguita per diversi mesi. Nella maggior parte dei casi, il trattamento ha una durata di 4-6 mesi. Saranno inoltre necessarie visite di controllo regolari dal veterinario, inclusi esami del sangue e radiografie qualora i polmoni siano coinvolti.

Prognosi dell’istoplasmosi nel gatto

Non vi è modo di determinare la prognosi prima di iniziare il trattamento, sebbene gli esiti delle radiografie e degli esami del sangue contribuiscano a determinare l’entità della malattia. Un gatto in cattive condizioni o a uno stadio avanzato della malattia presenta meno probabilità di sopravvivenza. I gatti con istoplasmosi limitata ai polmoni tendono a rispondere meglio al trattamento rispetto a quelli con istoplasmosi che interessa il tratto intestinale o altri sistemi corporei. Nel caso in cui il fungo abbia invaso gli occhi o il sistema nervoso, sarà molto più complesso eradicare l’infezione in considerazione delle barriere difensive naturali presenti in questi tessuti.

In tutti i casi, il trattamento è prolungato. Di solito, i pazienti in cattive condizioni necessitano di essere ospedalizzati per un trattamento intensivo al fine di stabilizzare la loro condizione. Potrebbe essere necessario fare ricorso a una combinazione di farmaci per tenere sotto controllo l’infezione.

Poiché ogni caso è differente, il veterinario informerà il proprietario circa la prognosi dell’animale in base ai segni clinici e agli esiti degli esami diagnostici.

Posso contrarre l’istoplasmosi dal mio gatto?

Gli studi svolti con questo fungo hanno dimostrato che una volta che l’animale viene infettato, l’organismo entra in una forma o fase diversa che non sembra essere infettiva per altri animali o per l’essere umano.

Tuttavia, il buon senso impone di attenersi a una rigorosa igiene nel caso in cui si maneggino lesioni drenanti. In questi casi, si raccomanda di indossare guanti protettivi e di lavarsi accuratamente le mani dopo essere entrati in contatto con un animale infetto.

Nella maggior parte dei casi, l’animale infetto non necessita di essere separato dal proprietario o da altri animali domestici. Il vero rischio di infezione per gli altri deriva probabilmente dalla condivisione dello stesso ambiente in cui si è verificata l’infezione originaria (il suolo).

Poiché gli organismi H. capsultaum potrebbero essere presenti in un luogo vicino a casa, si raccomanda di informare il medico di famiglia qualora al gatto sia stata diagnosticata l’istoplasmosi.

Nell’eventualità in cui qualcuno all’interno del nucleo familiare rientri in una delle seguenti categorie, è consigliabile consultare il medico:

  • Neonati o bambini piccoli
  • Pazienti che hanno subito un intervento di trapianto d’organo
  • Pazienti in chemioterapia
  • Pazienti con HIV/AIDS
  • Anziani
  • Chiunque sia affetto da una malattia a carico del sistema immunitario
Fonti

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