Displasia microvascolare epatica nel cane: cause, sintomi e trattamento

La displasia microvascolare epatica è un’anomalia ereditaria del fegato canino caratterizzata dalla presenza di vasi microscopici sottosviluppati o assenti all’interno dell’organo. Tale condizione provoca una significativa riduzione del flusso ematico intraepatico, determinando un’atrofia (diminuzione delle dimensioni) del fegato e delle sue cellule. L’atrofia epatica e la riduzione del flusso sanguigno limitano la capacità del fegato di elaborare le tossine o di produrre le proteine necessarie per la crescita e lo sviluppo del cane.

La displasia microvascolare epatica è spesso associata ad altre patologie epatiche, come lo shunt portosistemico, che interferisce con il normale processo di filtrazione del sangue da parte del fegato. Tuttavia, in alcuni casi, la displasia microvascolare epatica può presentarsi come un’anomalia isolata, priva di altre patologie associate.

Cause della displasia microvascolare epatica nel cane

La displasia microvascolare epatica è un difetto congenito, ossia presente alla nascita, caratterizzato da una compromissione delle strutture vascolari epatiche. Si ritiene che tale anomalia presenti una componente genetica, sebbene la sua eziologia non sia ancora completamente compresa.

La predisposizione alla displasia microvascolare epatica è particolarmente comune in alcune razze canine tra cui:

  • Yorkshire Terrier
  • Cairn Terrier

Altre razze colpite includono:

  • Bassotto Miniatura
  • Maltese
  • Barbone Miniatura
  • Shih Tzu
  • Lhasa Apso
  • Cocker Spaniel
  • West Highland White Terrier

Segni clinici della displasia microvascolare epatica nel cane

I segni clinici della displasia microvascolare epatica presentano una notevole variabilità. In alcuni cani, non sono evidenziabili segni di compromissione epatica, mentre in altri, la malattia può manifestarsi in forma grave. La maggior parte dei cani colpiti mostra una sintomatologia clinica lieve e la malattia può passare inosservata fino all’età adulta. La presenza di uno shunt portosistemico o di altre anomalie epatiche è associata a un maggior rischio di insorgenza e di gravità dei sintomi.

I cuccioli affetti da displasia microvascolare epatica possono manifestare un ritardo nello sviluppo, caratterizzato da un ridotto peso corporeo e una crescita lenta, a causa della compromissione della funzione epatica. Con l’avanzare dell’età, questi animali possono manifestare sintomi quali vomito, diarrea o pica (cioè l’ingestione di oggetti non alimentari), in seguito alla progressione della malattia epatica.

displasia microvascolare epatica cane
Featured Image: Kyle Mackie/Unsplash

La displasia microvascolare epatica può anche influire sulla funzionalità urinaria dei cani affetti. La sintomatologia urinaria associata alla patologia in questione può manifestarsi con un aumento della sete e della diuresi, difficoltà nella minzione (disuria) o presenza di ematuria (sangue nelle urine). Inoltre, la presenza di calcoli urinari e l’insorgenza di frequenti infezioni del tratto urinario rappresentano complicanze spesso riscontrate nei cani affetti dalla suddetta patologia.

In relazione al grado di disfunzione epatica, alcuni cani affetti da displasia microvascolare epatica possono manifestare una condizione nota come encefalopatia epatica, caratterizzata da una compromissione neurologica legata alla patologia epatica. La sintomatologia presentata dai cani affetti da encefalopatia epatica può comprendere alterazioni comportamentali, come l’head pressing, vocalizzazione anomala e atassia (ossia la difficoltà a mantenere l’equilibrio e la coordinazione, spesso associata a un andamento instabile e traballante), oltre a episodi convulsivi.

Diagnosi

Il veterinario potrebbe sospettare la presenza di una displasia microvascolare epatica o di altre patologie epatiche, in base alla storia clinica del cane, all’esame fisico e ai risultati dei test di laboratorio. Nei cani affetti da tale patologia, si possono riscontrare valori epatici elevati, anemia (riduzione del numero di globuli rossi) e altre anomalie ematiche. Inoltre, l’analisi delle urine potrebbe evidenziare urine anormalmente diluite a causa dell’aumento della sete e della diuresi associati alla malattia.

Qualora il veterinario sospetti una patologia epatica, può essere indicato un esame dei livelli sierici degli acidi biliari pre- e post-prandiali. Tale esame valuta la concentrazione di acidi biliari nel sangue del cane prima e dopo l’assunzione di un pasto ad alto contenuto proteico. In presenza di un risultato anomalo, l’ulteriore passo diagnostico potrebbe consistere nell’esecuzione di un’ecografia addominale.

Nonostante la displasia microvascolare epatica non sia rilevabile mediante ecografia, tale metodica consente al veterinario di escludere la presenza di uno shunt portosistemico e di altre anomalie a carico del fegato. In assenza di altre anomalie riscontrabili mediante ecografia, il veterinario può raccomandare una biopsia epatica per confermare la presenza di displasia microvascolare epatica. Tale procedura può essere effettuata contemporaneamente all’ecografia in modalità ecoguidata, inserendo un ago nell’addome del cane per prelevare un campione di tessuto epatico. In alternativa, il veterinario può optare per una biopsia chirurgica del fegato.

In ogni caso, la biopsia costituisce il solo metodo diagnostico per confermare definitivamente la presenza di displasia microvascolare epatica.

Trattamento della displasia microvascolare epatica nel cane

La displasia microvascolare epatica rappresenta una patologia gestibile ma non curabile. Attualmente, non esistono terapie chirurgiche o farmacologiche risolutive della malattia, e la gestione della patologia è finalizzata al controllo dei sintomi clinici. I cani affetti da displasia microvascolare asintomatica non necessitano di alcuna trattamento.

Il trattamento dell’encefalopatia epatica nei cani si basa comunemente su due principali componenti terapeutici. In primo luogo, si provvede a ridurre il contenuto proteico della dieta, al fine di minimizzare la produzione di prodotti di degradazione proteica responsabili dei sintomi dell’encefalopatia epatica. In secondo luogo, vengono utilizzati antibiotici (ad esempio metronidazolo, amoxicillina o neomicina) o altri farmaci (ad esempio lattulosio) per modificare la composizione batterica intestinale e limitare ulteriormente la produzione di alcuni metaboliti proteici. Tali misure terapeutiche possono risultare efficaci nel ridurre i sintomi dell’encefalopatia epatica nei cani affetti.

Nella gestione della displasia microvascolare epatica, gli epatoprotettori sono spesso utilizzati per proteggere il fegato. Esempi di epatoprotettori comunemente utilizzati includono S-adenosilmetionina (SAMe), vitamina E, cardo mariano e acido ursodesossicolico (Ursodiol). Si ritiene che questi integratori possano ridurre il danno epatico in corso e preservare la funzionalità del tessuto epatico residuo.

È importante notare che i cani affetti da displasia microvascolare epatica non dovrebbero essere usati a scopo riproduttivo, in considerazione della sospetta componente genetica associata a questa condizione patologica.

Fonti

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