Malattia infiammatoria intestinale nel nel cane

La malattia infiammatoria intestinale (IBD) è una sindrome piuttosto che una malattia. La sindrome è causata da una reazione specifica all’irritazione cronica del tratto intestinale. I sintomi tipici dell’IBD nel cane includono episodi ricorrenti o cronici di vomito, diarrea e inappetenza. Durante i periodi in cui si verificano vomito o diarrea, l’animale può sperimentare una riduzione del peso corporeo.

Cause della malattia infiammatoria intestinale nel cane

La patogenesi della malattia infiammatoria intestinale è multifattoriale e la sua eziologia non è del tutto nota. Indipendentemente dalla causa, è noto che il risultato finale dell’IBD è la presenza di un infiltrato infiammatorio cronico nella mucosa intestinale. Questo processo infiammatorio è associato a una risposta di tipo allergico che interferisce con la normale funzione digestiva e di assorbimento dei nutrienti.

Nonostante gli sforzi per identificare la causa sottostante dell’IBD, nella maggior parte dei casi essa rimane incerta. Tra le possibili cause note dell’IBD nei cani si includono:

  • Le infezioni batteriche o parassitarie (come ad esempio Salmonella, E. coli o Giardia)
  • Le reazioni a una proteina specifica presente nella dieta abituale dell’animale

Segni clinici della malattia infiammatoria intestinale nel cane

La malattia infiammatoria intestinale può interessare qualsiasi porzione del tratto gastrointestinale, ma risulta più comunemente localizzata a livello dello stomaco e/o dell’intestino.

  • Nel caso in cui sia lo stomaco ad essere coinvolto, i sintomi si manifestano sotto forma di vomito cronico.
  • Se ad essere coinvolto è invece l’intestino, si verifica l’insorgere di diarrea cronica.
  • In alcuni casi è possibile il coinvolgimento sia dello stomaco che dell’intestino, quindi i sintomi includeranno sia vomito che diarrea.

Nel caso in cui la sindrome perduri per più di alcuni mesi, si possono verificare perdita di peso e riduzione dell’appetito. Tuttavia, alcuni cani sviluppano un appetito vorace in risposta all’incapacità di digerire o assorbire le sostanze nutritive assunte mediante il consumo di cibo.

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Diagnosi

Solitamente, il percorso diagnostico per la malattia infiammatoria intestinale (IBD) inizia con esami fecali, esami del sangue e indagini di imaging dell’intestino mediante radiografie o ecografie.

Tuttavia, la diagnosi definitiva della tipologia specifica di IBD richiede l’esecuzione di biopsie tissutali. La raccolta di questi campioni avviene mediante una procedura chirurgica eseguita sotto anestesia generale. A seconda della sede sospetta dell’IBD, il veterinario può raccomandare una procedura endoscopica o un intervento chirurgico esplorativo addominale completo. Nel caso in cui si sospetti che l’intestino tenue o l’intestino crasso superiore siano coinvolti, l’approccio chirurgico esplorativo è necessario poiché queste aree non sono accessibili tramite endoscopia. In questo caso, vengono raccolti campioni attraverso tutti gli strati della parete dell’organo interessato. Qualora gli organi coinvolti siano stomaco o il colon, i campioni tissutali possono essere prelevati mediante l’uso di un endoscopio. Questa procedura prevede l’utilizzo di un minuscolo strumento bioptico per prelevare piccoli campioni del rivestimento o della mucosa dell’organo interessato.

Le biopsie tissutali vengono inviate a un patologo veterinario per la diagnosi. Il patologo fornirà una diagnosi descrittiva della sindrome, a seconda della tipologia principale di cellule infiammatorie presenti nelle biopsie.

Altri test che possono essere eseguiti sono:

  • Test fecali per la ricerca di organismi infettivi.
  • Misurazione del livello di vitamina B12 (cobalamina) nel sangue, che può rilevare una ridotta capacità di assorbire i nutrienti e l’eventuale necessità di una supplementazione.
  • Misurazione dei livelli di folati nel sangue, che può indicare la presenza di uno squilibrio a carico delle normali popolazioni batteriche del tratto gastrointestinale.

Trattamento della malattia infiammatoria intestinale nel cane

Non esiste attualmente una terapia curativa per la malattia infiammatoria intestinale nei cani, tuttavia è possibile attuare un trattamento medico volto a controllare i sintomi e migliorare la qualità di vita dell’animale. La risposta individuale alla terapia può variare significativamente e, pertanto, può essere necessario adottare una combinazione di farmaci e alimenti specifici per l’animale in questione. La scelta del regime terapeutico dipenderà dalla gravità dei sintomi, dalla localizzazione dell’infiammazione intestinale e dalle eventuali complicazioni associate alla patologia. Inoltre, il trattamento potrebbe richiedere un periodo prolungato di monitoraggio e adattamento per ottenere i risultati desiderati.

Dieta

In base ai risultati degli esami diagnostici e alla porzione dell’intestino coinvolta, può essere preso in considerazione un approccio terapeutico attraverso diete speciali. Queste diete includono alimenti ipoallergenici, diete a basso residuo o ricche di fibre. In alcuni casi, potrebbero essere necessarie dalle 8 alle 12 settimane per osservare una risposta positiva. Tuttavia, è importante notare che un vero trial alimentare richiede che al cane venga somministrata solo la dieta di prova per un periodo di 6-12 settimane. In alcuni casi, il veterinario può raccomandare una dieta di eliminazione, dove vengono somministrati solo alimenti contenenti una singola proteina e un un solo carboidrato preparati a casa. In ogni caso, è fondamentale che il cane non venga alimentato con cibi o spuntini extra oltre a quelli previsti dalla dieta prescritta.

Farmaci

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, la scelta iniziale dipende dalla singola situazione clinica. Gli antibiotici, come il metronidazolo (Flagyl®), possono essere prescritti per il loro effetto antinfiammatorio sul tratto gastrointestinale e per ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale. Gli integratori probiotici possono essere utilizzati per ripristinare la normale funzionalità del tratto gastrointestinale, ma il loro impiego richiede cautela, poiché la loro qualità ed efficacia non sono sempre garantite.

In alcuni casi, possono essere necessari farmaci antinfiammatori, come i corticosteroidi (prednisone), per controllare i segni clinici. Tuttavia, essi devono essere utilizzati con cautela, poiché possono avere effetti collaterali e oscurare la diagnosi della malattia in caso di mancata raccolta di biopsie.

Sverminazione

Si raccomanda la sverminazione ad ampio spettro, poiché i test fecali non sono sempre rappresentativi dei parassiti nel tratto gastrointestinale.

Integratori di vitamina B12

Può essere raccomandata la supplementazione con vitamina B12 (cobalamina), poiché la maggior parte dei cani con malattia infiammatoria intestinale non è in grado di assorbire questa importante vitamina. In genere, viene somministrata mediante iniezione sottocutanea.

Prognosi

In caso di diagnosi confermata di malattia infiammatoria intestinale, la prognosi è generalmente buona. Una volta determinata la terapia farmacologica o dietetica adeguata, molti cani dovranno attenersi a questi protocolli di trattamento per tutta la vita, sebbene il dosaggio del farmaco possa essere ridotto progressivamente nel tempo. In alcuni casi, può essere possibile sospendere completamente la terapia farmacologica. Nella maggior parte dei casi, lo stato di salute del cane rimane buono per molti anni, mentre altri richiedono variazioni della terapia ogni pochi mesi. Purtroppo, alcuni cani non rispondono alla terapia e possono richiedere ulteriori interventi terapeutici.

Alcune forme gravi di malattia infiammatoria intestinale canina possono progredire fino ad evolvere in tumori intestinali, un fenomeno ben documentato nell’essere umano e, recentemente, anche nei cani.

Fonti

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