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Lipidosi epatica felina: cause, sintomi, diagnosi e terapia

La lipidosi epatica felina è una patologia comune che colpisce il fegato del gatto caratterizzata dall’accumulo di quantità anormalmente elevate di lipidi (grassi) nelle cellule epatiche, flusso biliare anomalo nel fegato e compromissione della funzionalità epatica. Una grave compromissione di quest’ultima può influenzare la capacità del fegato di disintossicare il sangue.

Non vi è alcuna predisposizione di razza o genere. Tuttavia, i gatti di mezza età e anziani sembrano essere più soggetti rispetto ai gatti giovani.

In genere, anoressia, abbattimento e vomito intermittente sono i primi segni osservati dal proprietario. Quando la funzionalità epatica peggiora, il gatto può sviluppare ittero, grave perdita di massa muscolare, ipersalivazione e segni di disfunzione mentale (abbattimento grave, cecità improvvisa, crisi convulsive). I gatti spesso arrivano a perdere almeno il 25% del loro peso corporeo.

I test diagnostici raccomandati contribuiscono a differenziare la lipidosi epatica da altre patologie epatiche, tra cui:

  • Colangioepatite – una infezione o infiammazione del fegato e dei dotti biliari
  • Epatotossicità – causata dall’ingestione di un farmaco o di un’altra tossina nociva
  • Neoplasia epatica
  • Parassiti

Cause

La lipidosi epatica può insorgere come evento primario oppure secondariamente ad altri processi patologici, come il diabete.

La causa di tale patologia è sconosciuta. Si ritiene che l’obesità sia un fattore predisponente, poiché la maggior parte (ma non tutti) dei gatti affetti, al momento dell’insorgenza della condizione, è obesa.

Un periodo di anoressia (diminuzione dell’appetito), conseguente ad un evento stressante (come l’introduzione di un nuovo animale o di un familiare nell’ambiente domestico oppure l’improvvisa transizione ad un regime alimentare meno appetibile), può causare l’insorgere di lipidosi epatica.

Sintomi

  • Perdita di massa muscolare
  • Abbattimento grave
  • Possibili manifestazioni convulsive

lipidosi epatica felina

Diagnosi

Per confermare la presenza di lipidosi epatica ed escludere altre patologie epatiche sono disponibili molteplici test diagnostici, tra cui:

  • Revisione dell’anamnesi ed esame fisico completo. Una storia di obesità e l’improvvisa insorgenza di anoressia a seguito di un evento stressante sono riscontri classici in caso di lipidosi epatica. L’esame fisico in genere rivela disidratazione, grave dimagrimento, ipersalivazione e ittero.
  • Esame emocromocitometrico completo. Di solito rivela lieve anemia e una marcata alterazione della forma dei globuli rossi (poichilocitosi), che spesso sono un indicatore di patologia epatica.
  • Esami del sangue per valutare la funzionalità dell’organo (sono particolarmente importanti). I gatti di solito presentano innalzamenti (moderati-gravi) di diversi parametri epatici. E’ necessaria l’esecuzione di un test di funzionalità tiroidea per escludere l’eventuale presenza di ipertiroidismo quale causa dell’innalzamento degli enzimi epatici.
  • Analisi degli acidi biliari. Si tratta di uno speciale esame del sangue che richiede il prelievo di un campione di sangue dopo 12 ore di digiuno. Dopodiché, al gatto viene somministrato del cibo e 2 ore dopo viene prelevato un altro campione ematico. Questo test valuta la funzionalità epatica.
  • Analisi delle urine. Questo esame può fornire informazioni relative alla funzionalità epatica.
  • Radiografie addominali. Consentono la valutazione delle dimensioni e della forma del fegato e possono essere di utilità nell’escludere la presenza di una neoplasia come causa dei problemi epatici.
  • Ecografia addominale. Consente una valutazione limitata della struttura interna del fegato. Consente anche una parziale valutazione della cistifellea e delle vie biliari e può escludere l’eventuale presenza di una neoplasia come causa della patologia epatica. Può essere di utilità nel prelievo di  un campione bioptico (biopsia ecoguidata).
  • Agoaspirato epatico. Si tratta di una tecnica che consente il prelievo di un piccolo campione di cellule epatiche mediante l’inserimento di un ago nel fegato. In genere, non richiede alcuna sedazione o, qualora questa dovesse essere necessaria, una minima sedazione. L’insorgere di complicanze è estremamente raro. Gli esiti devono essere interpretati con cautela, poiché tale procedura non esclude patologie epatiche concomitanti.
  • Biopsia epatica. Si tratta di una procedura che prevede il prelievo di un piccolo campione di tessuto epatico. È il test definitivo per la diagnosi di lipidosi epatica. Il campione bioptico può essere prelevato chirurgicamente o in modalità ecoguidata.

Trattamento

La terapia è volta ad invertire l’accumulo di lipidi nel fegato e a trattare i segni di disfunzione epatica. Il trattamento primario prevede un supporto nutrizionale aggressivo.

  • La terapia dietetica è il punto focale del trattamento. In genere, vengono raccomandate diete ricche di proteine, eccezion fatta per i casi in cui il gatto manifesti segni mentali di patologia epatica. Poiché nella maggior parte dei casi il gatto è anoressico, il cibo viene somministrato attraverso una sonda nasale, esofagea o gastrica. Questo richiede ospedalizzazione e sedazione o anestesia.
  • Diversi integratori alimentari (come carnitina o arginina) possono essere utili nel trattamento del gatto affetto da lipidosi epatica e possono essere raccomandati o prescritti dal veterinario.
  • La presenza di vomito viene riscontrata frequentemente nei gatti con lipidosi epatica. In molti casi, è necessaria la somministrazione di un farmaco che aiuti a controllare la vomizione, come la metoclopramide, in particolare durante le prime 1-2 settimane di alimentazione enterale (alimentazione tramite sonda).
  • Alcuni gatti affetti da patologie epatiche sviluppano ulcere e conseguente sanguinamento gastrointestinale. I farmaci che controllano l’acidità gastrica (come Tagamet, Zantac o Pepcid) possono essere necessari. In combinazione con gli antiacidi, può essere raccomandato l’impiego di un protettore gastrico.
  • Nei casi gravi può essere necessaria la somministrazione di antibiotici. Questi farmaci aiutano ad uccidere i batteri che producono tossine dannose che possono portare all’insorgenza di varie manifestazioni mentali di patologia epatica (scialorrea, abbattimento, cecità, crisi convulsive).
  • Trasfusioni di sangue. Possono essere necessarie nel caso in cui il fegato sia talmente compromesso da non essere più in grado di produrre adeguati fattori di coagulazione o di regolare la capacità del sangue di coagulare correttamente.
  • Può essere provato l’impiego di stimolanti dell’appetito (oxazepam, ciproeptadina), ma raramente sono utili. Sembrano essere più efficaci durante la fase di recupero.
  • Acido ursodesossicolico. Si tratta di un farmaco che migliora il flusso biliare nel fegato. Può essere di utilità in casi selezionati.

Il trattamento ottimale richiede una combinazione di cure veterinarie professionali e cure domestiche. Il follow-up è importante, specie nel caso il gatto non migliori rapidamente. Grazie ad una diagnosi precoce e ad un supporto nutrizionale aggressivo, le percentuali di sopravvivenza si aggirano intorno al 60%-80%.

Cosa fare a casa

  • È di fondamentale importanza somministrare tutti i farmaci prescritti dal veterinario, attenendosi scrupolosamente alle modalità raccomandate. Si consiglia di avvisare prontamente il veterinario qualora dovessero insorgere problemi nel seguire la terapia.
  • Attenersi rigorosamente alle istruzioni relative alla cura e alla gestione di una eventuale sonda per nutrizione precedentemente posizionata nel gatto.
  • Seguire scrupolosamente le istruzioni relative al cibo in riferimento a tipologia, quantità e frequenza, in quanto la terapia dietetica è l’aspetto più importante della terapia. Quando il gatto migliora, l’alimentazione enterale dovrebbe essere ridotta e dovrebbe essere offerto all’animale cibo appetibile, in modo da incoraggiarlo a mangiare spontaneamente. La sonda viene rimossa quando il gatto mangerà volontariamente in quantità sufficiente da soddisfare le proprie esigenze energetiche.
  • Il gatto dovrebbe essere riesaminato ogni 3-7 giorni per valutare peso corporeo, stato di idratazione ed entità dell’ittero.
  • Durante il trattamento, dovrebbero essere eseguiti un esame emocromocitometrico completo e un pannello di esami ematici ogni 1-2 settimane per la valutazione del fegato.
Fonti

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