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Gastrite nel gatto: cause, sintomi e terapia

Il termine gastrite descrive un’infiammazione acuta o cronica dello stomaco del gatto.

Il sintomo predominante associato alla gastrite è il vomito. Sebbene in alcuni casi i sintomi possano manifestarsi in forma lieve e transitoria, in altre situazioni possono risultare debilitanti e potenzialmente mettere a rischio la vita dell’animale, richiedendo pertanto ospedalizzazione e terapia di supporto intensiva.

Gastrite acuta e gastrite cronica

La gastrite acuta è caratterizzata da episodi di vomito con una durata inferiore a 7 giorni, mentre la gastrite cronica si manifesta con episodi intermittenti di vomito che persistono per oltre 1-2 settimane. Le cause della gastrite sono molteplici, alcune associate al vomito acuto e altre al vomito cronico.

Data la natura non selettiva delle abitudini alimentari dei felini, la gastrite è piuttosto comune nei gatti. Non è insolito che un gatto sano presenti episodi di gastrite acuta durante la sua vita, specialmente se ha il pelo lungo o ha l’abitudine di frugare nella spazzatura. Se tali episodi sono di breve durata e si risolvono spontaneamente, solitamente vengono considerati come “anomalie normali”.

È essenziale distinguere tra gastrite acuta e cronica, nonché tra gastrite e rigurgito (l’espulsione passiva retrograda di liquido, muco o cibo non digerito dall’esofago), poiché le condizioni sopra menzionate richiedono differenti approcci diagnostici, protocolli e piani terapeutici.

Nei casi di lieve gravità, la terapia sintomatica, che comprende la sospensione della somministrazione di cibo e acqua per un determinato periodo di tempo, seguita da una graduale reintroduzione di una dieta leggera, solitamente risulta curativa. Tuttavia, se il gatto continua a manifestare segni di gastrite (come vomito, mancanza di appetito, nausea) nonostante l’interruzione dell’assunzione di cibo e acqua, o se il vomito è accompagnato dalla presenza di sangue, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al veterinario. Inoltre, se il gatto sembra sperimentare dolore, malessere o segni di disagio, è consigliabile contattare immediatamente il veterinario, poiché potrebbe essere necessario un approfondimento diagnostico, l’ospedalizzazione e l’implementazione di una terapia di supporto.

Cause della gastrite nel gatto

Le cause della gastrite nei gatti possono essere molteplici e varie.

Cause della gastrite acuta

Nel caso della gastrite acuta, le cause più comuni includono l’intossicazione alimentare, l’eccessiva assunzione di cibo (sovraccarico gastrico), l’ingestione di alimenti deteriorati o inappropriati, nonché un’infezione gastrointestinale di origine batterica o virale.

Altre cause frequenti di gastrite acuta sono le allergie alimentari, le tossine presenti nei fertilizzanti e nei detergenti domestici, l’ingestione di antigelo e l’esposizione ad altri irritanti vegetali o chimici. Anche l’assunzione di farmaci irritanti, come gli antinfiammatori non steroidei, può contribuire allo sviluppo di gastrite acuta. Un sintomo tipico associato alla gastrite acuta è il forte dolore addominale.

Cause della gastrite cronica

La gastrite cronica, invece, è spesso il risultato di una compromissione a lungo termine della flora gastrica. Può verificarsi nei gatti che hanno ingerito materiali indigesti come plastica o lacci. Se tali oggetti rimangono nello stomaco senza essere eliminati attraverso il tratto gastrointestinale, possono irritare la mucosa gastrica e causare infiammazione e disagio.

Altre cause di gastrite cronica nei gatti possono includere parassitosi, stress, presenza di neoplasie (tumori), nonché altre malattie sistemiche come patologie renali, patologie epatiche, pancreatite e ipoadrenocorticismo.

Altre potenziali cause

La diagnosi della gastrite nel gatto è spesso basata su un processo di esclusione, poiché è necessario escludere altre possibili cause correlate ai sintomi di vomito e malessere. Esistono diverse patologie e disturbi che possono manifestarsi con sintomi simili e che possono essere confusi con la gastrite. Alcuni di questi includono:

  • Indiscrezione alimentare: l’assunzione di cibo avariato, materiale vegetale, peli o sovralimentazione è un disturbo comune sia nei gatti che nei cani. È spesso associato a sintomi come vomito, diarrea e flatulenza.
  • Intolleranza o allergia alimentare: l’intolleranza o l’allergia a determinati alimenti o sostanze può causare vomito e/o diarrea.
  • Patologie infettive del tratto gastrointestinale: infezioni virali, batteriche, fungine e parassitarie devono essere differenziate dalla gastrite.
  • Pancreatite: l’infiammazione del pancreas può essere pericolosa per la vita dell’animale. I sintomi clinici più comuni includono vomito e inappetenza.
  • Disordini metabolici: insufficienza renale, patologie epatiche, ipertiroidismo e diabete mellito sono spesso associati a vomito, inappetenza e perdita di peso, sintomi che possono verificarsi anche in presenza di gastrite.
  • Occlusione intestinale: l’ostruzione intestinale causata da corpi estranei o neoplasie deve essere differenziata dalla gastrite.
  • Patologie infiltrative del tratto gastrointestinale: malattia infiammatoria intestinale e linfosarcoma sono esempi di condizioni che devono essere escluse.
  • Ulcere gastrointestinali: possono essere associate a patologie epatiche e renali, malattie pancreatiche, stress e alcune forme di cancro. I sintomi clinici delle ulcere includono vomito (anche con presenza di sangue), melena (feci nere a causa del sangue digerito), dolore addominale, debolezza e, nei casi gravi, collasso e morte.
  • Ipertrofia pilorica: l’ispessimento della porzione dello stomaco che causa un rallentato svuotamento gastrico può provocare episodi di vomito.
  • Disturbi neurologici: i disturbi del sistema vestibolare, che controlla l’equilibrio e la coordinazione, possono manifestarsi con vomito.
  • Farmaci e tossine: alcune sostanze, come il piombo, o l’assunzione di farmaci come l’aspirina, possono irritare direttamente la mucosa gastrica o innescare un riflesso di vomito attraverso l’azione sul centro cerebrale del vomito.
  • Dolore, paura o disturbi psicogeni: il malessere gastrointestinale può essere causato da dolore, ansia o altri disturbi psicogeni, che possono mimare o causare sintomi simili a quelli della gastrite.

gastrite gatto

Sintomi della gastrite nel gatto

La gastrite nei gatti può presentarsi con una serie di sintomi gastrointestinali. I sintomi più comuni includono:

  • Vomito: il vomito è un sintomo caratteristico della gastrite. Può manifestarsi con vomito schiumoso, tinto di bile e presentare striature di sangue. Nei casi cronici, il vomito può contenere sangue digerito, che assume un aspetto simile a fondi di caffè.
  • Dolore addominale intenso: la gastrite può causare forte dolore nella regione addominale del gatto.
  • Mancanza di appetito: l’infiammazione gastrica può portare a una diminuzione dell’appetito del gatto.
  • Aumento dell’assunzione di acqua: a causa della disidratazione associata alla gastrite, il gatto potrebbe bere più acqua del solito. Tuttavia, un’assunzione eccessiva di acqua in un breve periodo di tempo può irritare ulteriormente il rivestimento gastrico e peggiorare il vomito.
  • Debolezza: la gastrite può causare una sensazione generale di debolezza nel gatto.
  • Letargia: il gatto affetto da gastrite può manifestare un aumento della sonnolenza o una riduzione dell’attività fisica, mostrando segni di letargia.

La gastrite acuta si presenta improvvisamente e in modo grave, di solito dopo un’indiscrezione alimentare. Diversamente, la gastrite cronica è in genere associata a sintomi più lievi.

Diagnosi

Una diagnosi presuntiva di gastrite acuta viene tipicamente formulata in base alla storia clinica e alle evidenze cliniche. Tuttavia, se il paziente non risponde alla terapia sintomatica o se i sintomi sono gravi, è necessario eseguire ulteriori esami diagnostici. Nei casi di gastrite cronica, è consigliabile svolgere un iter diagnostico completo.

Gli esami diagnostici raccomandati includono:

  • Esame emocromocitometrico completo: questo esame viene eseguito per valutare la presenza di infezioni, infiammazioni e anemia, che possono essere associate a determinate patologie che causano gastrite.
  • Profilo biochimico: viene eseguito per valutare la funzionalità renale, epatica, gli elettroliti, le proteine totali e i livelli di zucchero nel sangue.
  • Analisi delle urine: questo esame è importante per valutare la funzionalità renale e lo stato di idratazione del gatto.
  • Esami multipli delle feci: sono fondamentali per escludere la presenza di parassiti gastrointestinali come possibile causa della gastrite.
  • Test per valutare la funzionalità tiroidea (T4): viene eseguito nei gatti di età pari o superiore a 6 anni che presentano vomito cronico, diarrea e perdita di peso, in quanto questi sono segni comuni dell’ipertiroidismo felino.
  • Radiografie addominali: vengono utilizzate per valutare gli organi addominali, come i reni e il fegato. Possono aiutare a individuare la presenza di un corpo estraneo o una possibile neoplasia.

Esami diagnostici supplementari

Il veterinario può consigliare l’esecuzione di ulteriori test al fine di garantire un’assistenza medica ottimale. Questi test vengono selezionati individualmente in base alle specifiche circostanze di ogni caso.

I test che possono essere raccomandati includono:

  • Test di stimolazione con ACTH: può essere consigliato per escludere la presenza di ipoadrenocorticismo (Morbo di Addison). Questo test combina due esami del sangue per valutare la funzionalità surrenalica. È un test sicuro e di solito può essere eseguito presso una clinica veterinaria.
  • Esame degli acidi biliari sierici: viene eseguito per valutare la funzionalità epatica.
  • Misurazione del livello di piombo nel sangue: può essere indicata nei gatti affetti da gastrite con pregressa esposizione al piombo o in caso di possibile esposizione.
  • Misurazione del livello di gastrina: dovrebbe essere eseguita nei gatti con ulcere multiple o ricorrenti o con segni di gastrite. Livelli elevati di gastrina sono spesso riscontrati nei gatti affetti da gastrinoma, un tumore che produce gastrina e provoca ulcerazioni.
  • Studio radiografico con mezzo di contrasto (bario) del tratto gastrointestinale superiore: può essere considerato se la diagnosi di base non conferma una diagnosi e la gastrite risulta persistente. Questo test può essere utile per diagnosticare corpi estranei o tumori che non sono evidenti nelle radiografie o per confermare una diagnosi di ulcerazione gastrointestinale. Durante il test, al gatto viene somministrato un colorante sicuro per via orale e viene osservato il suo passaggio attraverso il tratto gastrointestinale. Si tratta di un test non invasivo che può essere eseguito dal veterinario curante, sebbene in alcuni casi possa essere necessario il trasferimento presso una struttura specializzata.
  • Ecografia addominale: valuta gli organi addominali e la presenza di eventuali tumori. Consente il prelievo di campioni di organi, linfonodi e masse mediante ago o biopsia ecoguidata. Questa procedura è relativamente sicura, ma potrebbe richiedere una lieve sedazione. Spesso è consigliabile che venga eseguita da uno specialista.
  • Gastroduodenoscopia: può facilitare la rimozione di corpi estranei, essere di aiuto nella valutazione di ulcere peptiche e nella raccolta di campioni tissutali per la presenza di infiammazione o cancro. Richiede una breve ospedalizzazione e di solito presenta un periodo di recupero rapido e tranquillo. Tuttavia, questa procedura richiede anestesia generale ed è associata a rischi minori. Spesso è necessario consultare uno specialista. La gastroduodenoscopia viene eseguita quando le altre modalità diagnostiche non sono conclusive o se supportano la diagnosi di un corpo estraneo gastrico.
  • Laparotomia esplorativa: dovrebbe essere considerata come strumento diagnostico nei gatti che non hanno avuto una risposta soddisfacente o assente a un iter diagnostico esteso o, talvolta, al trattamento. Si tratta di una procedura invasiva necessaria in alcuni casi per ottenere una diagnosi definitiva.

Trattamento della gastrite nel gatto

Nei casi di gastrite acuta, la terapia sintomatica è spesso il trattamento di elezione, poiché la maggior parte dei casi risponde rapidamente e completamente. Questi trattamenti mirano a ridurre la gravità dei sintomi e a fornire sollievo al gatto. Tuttavia, è importante comprendere che la terapia sintomatica non sostituisce il trattamento definitivo della patologia sottostante responsabile della condizione del gatto, come avviene nei casi di gastrite acuta e nella maggior parte dei casi di gastrite cronica.

  • La sospensione della somministrazione di cibo e acqua per diverse ore consente al tratto gastrointestinale di “riposare” ed è uno degli aspetti fondamentali della terapia sintomatica nei gatti affetti da gastrite. La restrizione alimentare totale favorisce la guarigione del rivestimento del tratto gastrointestinale. Dopo il periodo di digiuno, è consigliabile reintrodurre gradualmente piccole quantità di cibo leggero. La dieta originaria può essere ripresa gradualmente dopo 2-3 giorni in assenza di segni di gastrite. Nel caso in cui la gastrite dovesse ripresentarsi, è consigliabile interrompere la somministrazione di qualsiasi alimento per via orale e contattare il veterinario.
  • Nella misura del possibile, è preferibile evitare l’uso di farmaci somministrati per via orale, poiché il contatto con il rivestimento gastrico può potenzialmente perpetuare l’infiammazione.
  • La fluidoterapia e la terapia elettrolitica possono essere necessarie in alcuni gatti affetti da gastrite acuta al fine di correggere la disidratazione e le alterazioni dell’equilibrio acido-base ed elettrolitico. In alcuni casi, la somministrazione sottocutanea può essere accettabile e può essere eseguita a casa. Nei casi gravi, potrebbe essere necessaria la somministrazione endovenosa, che richiede l’ospedalizzazione dell’animale.
  • Gli antiemetici, come il metoclopramide o la clorpromazina, devono essere impiegati con cautela. È preferibile identificare e trattare la causa sottostante della gastrite. Tuttavia, in casi selezionati, il loro utilizzo può essere raccomandato.
  • Gli antiacidi, come la cimetidina, la famotidina o la ranitidina, possono essere utili in alcuni casi poiché riducono la produzione di acido gastrico.
  • I protettori gastrici e gli adsorbenti intestinali, come il sucralfato e il subsalicilato di bismuto, proteggono e leniscono il rivestimento gastrointestinale irritato e possono “intrappolare” eventuali agenti dannosi.
  • Gli antibiotici e gli antiparassitari sono indicati nei casi di gastrite di origine batterica o parassitaria.
  • Gli agenti antinfiammatori, come i corticosteroidi, possono essere indicati nei casi di malattia infiammatoria intestinale documentata.
  • L’endoscopia o l’intervento chirurgico possono essere necessari per la rimozione di corpi estranei o tumori che causano la gastrite.

Il follow-up è essenziale, soprattutto se il gatto non migliora in tempi brevi. È consigliabile somministrare tutti i farmaci prescritti secondo le indicazioni del veterinario. In caso di difficoltà nell’aderire alla terapia prescritta, è importante informare prontamente il veterinario.

Si raccomanda di interrompere o evitare la somministrazione di farmaci o sostanze che possono causare l’insorgenza o l’aggravamento della gastrite. A seconda della causa sottostante, potrebbe essere necessario consultare nuovamente il veterinario per una rivalutazione e ulteriori test.

Prevenzione

La prevenzione della gastrite acuta nel gatto può essere ottenuta impedendo l’accesso a spazzatura, piante e sostanze tossiche, nonché a qualsiasi altra fonte di cibo inappropriata ma potenzialmente ingeribile.

Nei casi cronici, la diagnosi può risultare più complessa e la condizione più difficile da prevenire.

Ovviamente, una dieta equilibrata, libero accesso ad acqua fresca e un ambiente domestico sicuro sono sempre fondamentali per la salute generale del gatto.

Fonti