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Malattie epatiche nel gatto: sintomi, tipi e cura

Le malattie epatiche nel gatto rappresentano condizioni patologiche che compromettono la funzionalità del fegato, un organo che svolge importanti ruoli nel metabolismo dei nutrienti, nell’immagazzinamento di sostanze nutritive e nella disintossicazione. I sintomi delle malattie epatiche possono variare notevolmente e includono inappetenza, abbattimento, perdita di peso, disturbi digestivi e segni di disidratazione. L’ingrossamento dell’addome, noto come ascite, è un segno comune di queste patologie.

Tra i segni più specifici di un disturbo epatico si riscontrano la colorazione giallastra della cute e delle mucose (ittero), la presenza di bilirubina nelle urine (bilirubinuria), modifiche nel colore delle feci, un aumento della sete e della frequenza urinaria, nonché sintomi neurologici e comportamentali come aggressività, agitazione, disorientamento, tremori muscolari, circling, mancanza di coordinazione motoria, vagare senza meta, head-pressing, cecità, eccessiva salivazione, crisi convulsive generalizzate e, in casi estremi, coma. Tali segni possono variare in intensità nel corso del tempo. Inoltre, i gatti affetti da malattia epatica possono presentare anche alterazioni nella coagulazione del sangue.

Le affezioni epatiche possono manifestarsi nei gatti di tutte le razze e fasce di età. Tuttavia, è importante notare che i disturbi epatici sono più comuni nei gatti affetti da sovrappeso, diabete, infezione da virus della leucemia felina e/o ipertiroidismo.

Cause delle malattie epatiche nel gatto

Le malattie epatiche nei gatti non hanno una singola causa specifica. Queste patologie possono derivare da fattori ereditari, infezioni o ingestione di tossine. Inoltre, le malattie epatiche possono essere causate da fibrosi, anomalie vascolari congenite, disfunzioni del tratto biliare, presenza di ascessi o sviluppo di neoplasie. Queste condizioni possono manifestarsi in modo acuto o progressivo nel tempo. Vi sono numerose sostanze tossiche che, se ingerite, possono danneggiare il fegato.

Qualsiasi problema cardiaco o disturbo circolatorio che influisca sul flusso sanguigno verso il fegato può contribuire allo sviluppo di malattie epatiche. Inoltre, i disturbi epatici secondari possono essere causati da condizioni metaboliche come il diabete, la pancreatite, la sindrome di Cushing e/o l’ipertiroidismo. Altre possibili cause includono traumi, malattie infettive di natura fungina, virale o batterica, nonché fattori di stress ambientale.

Sintomi delle malattie epatiche nel gatto

Le malattie epatiche, note anche come malattie epato-biliari, presentano una vasta gamma di segni clinici a causa dell’interazione del fegato con altri organi e della sua capacità rigenerativa indipendente.

L’insufficienza epatica si manifesta quando viene distrutto oltre il 50% (e forse fino al 70% o 80%) del tessuto epatico funzionale.

Spesso, le malattie epatiche possono essere asintomatiche o presentarsi con segni vaghi e non specifici. Tuttavia, una volta che i sintomi compaiono, di solito indicano uno stadio avanzato della malattia epatica, anche se la gravità dei segni clinici non è direttamente correlata all’estensione del danno epatico o alla prognosi del paziente.

Inoltre, poiché il fegato svolge molte funzioni cruciali nel corpo del gatto, i sintomi che sembrano essere causati da una malattia epatica potrebbero essere il risultato di un’alterazione in un altro organo o sistema. Detto ciò, esistono segni che, quando presenti in combinazione, possono indicare una disfunzione epatica. Questi segni possono manifestarsi in modo lieve o grave, con insorgenza acuta o graduale nel tempo.

Il fegato svolge diverse funzioni essenziali, tra cui la detossificazione delle tossine presenti nel sangue e la regolazione del metabolismo dei nutrienti. I sintomi riconducibili alle patologie epatiche derivano da un accumulo di tali tossine. Nel caso in cui il fegato non sia in grado di eliminarle correttamente, le tossine si accumulano nel flusso sanguigno, portando a un marcato incremento della sete nel gatto, poiché il suo organismo tenta di eliminare le tossine attraverso l’urina.

I felini affetti da patologie epatiche manifestano generalmente un aumento del consumo di acqua e una minzione aumentata rispetto alla norma. Inoltre, si osserva una progressiva perdita di appetito, accompagnata nel tempo da diminuzione del peso e deplezione della massa muscolare. Tra i segni comuni rientrano anche astenia, letargia, debolezza, alitosi, cattivo aspetto del pelo, nausea, vomito, diarrea e disidratazione.

Un ulteriore segno comune che può essere rilevato sia dal proprietario che durante un esame fisico di routine veterinario è la presenza di ingrossamento addominale. Tale ingrossamento può essere attribuito all’aumento di volume del fegato o della milza (noto come “organomegalia”), all’accumulo di liquido nello spazio intra-addominale (definito “effusione”) o a una ridotta tonicità muscolare nell’addome (chiamata “ipotonia muscolare”). Ciascuna di queste cause può essere associata o meno a una patologia epatica primaria.

Altri segni clinici associati alle malattie epatiche comprendono ittero, bilirubinuria, feci acoliche e cambiamenti comportamentali e neurologici. L’ittero è caratterizzato dalla colorazione giallastra del siero e dei tessuti, inclusa la pelle e le membrane mucose, ed è causato da un’elevata concentrazione di bilirubina, un pigmento biliare. L’ittero può anche conferire all’urina del gatto un colore giallo-arancio intenso (bilirubinuria). Le feci acoliche, ossia le feci di colore pallido, grigio o argilloso, sono il risultato dell’assenza dei pigmenti biliari nel tratto intestinale. Questo genere di alterazione di solito indica una ostruzione totale del dotto biliare, la quale è spesso associata a una malattia epatica primaria.

I gatti affetti da disturbi epatici possono manifestare una serie di cambiamenti comportamentali e neurologici, tra cui aggressività, irrequietezza, agitazione, demenza, disorientamento, abbattimento, tremori, circling (continuo girare in tondo), mancanza di coordinazione, barcollamento, vagare senza meta, head-pressing (atto compulsivo che consiste nel premere la testa contro un muro o un oggetto senza motivo apparente), cecità, eccessiva salivazione, attacchi convulsivi e persino coma. Questa condizione è generalmente nota come encefalopatia epatica, una manifestazione neurologica associata alla disfunzione epatica.

L’insorgenza di questi segni nei gatti affetti da malattia epatica è correlata all’esposizione della corteccia cerebrale alle tossine circolanti, che normalmente vengono eliminate da un fegato sano, ma che, in presenza di malattia epatica, sfuggono alla capacità di disintossicazione epatica. La maggior parte delle tossine gastrointestinali deriva dal metabolismo batterico delle proteine e dei loro sottoprodotti. L’ammoniaca rappresenta una delle tossine gastrointestinali più comuni e contribuisce all’insorgenza dei segni clinici della malattia epatica, i quali possono variare di intensità nel corso del tempo. L’encefalopatia epatica è una condizione cronica che attualmente non può essere curata, ma in genere può essere gestita e tenuta sotto controllo.

Gli animali domestici affetti da malattia epatica manifestano frequentemente alterazioni nella coagulazione sanguigna, considerando il ruolo fondamentale che un fegato sano svolge in questo processo. Nei gatti, i disturbi della coagulazione associati alle malattie epatiche colpiscono principalmente il tratto gastrointestinale superiore, che comprende lo stomaco e il duodeno, la prima porzione dell’intestino tenue. Ciò può determinare l’insorgenza di emorragie gastrointestinali, riconoscibili dai proprietari attraverso la presenza di sangue di colore rosso vivo nella lettiera del gatto. I gatti affetti possono anche manifestare episodi di vomito contenente sangue.

In presenza di uno qualsiasi dei sintomi sopra descritti, soprattutto se si verificano simultaneamente o in combinazione, è fortemente consigliato consultare tempestivamente un veterinario. Solo il veterinario è in grado di eseguire gli esami necessari per confermare una diagnosi di malattia epatica.

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Tipologie di malattie epatiche nel gatto

I disturbi epatici felini più frequenti includono lipidosi epatica, malattia infiammatoria epatobiliare, neoplasie epatiche, ostruzione del dotto biliare extraepatica, shunt portosistemico, epatopatia tossica acuta e malattia epatobiliare secondaria.

Lipidosi epatica

La lipidosi epatica, nota anche come steatosi epatica, rappresenta la patologia epatica più comune riscontrata nei gatti domestici nell’America settentrionale. La sua prevalenza è maggiormente osservata nei gatti di età superiore ai 2 anni, senza una predisposizione evidente correlata alla razza o al sesso.

La lipidosi epatica si manifesta quando avviene una mobilizzazione dei grassi immagazzinati nell’organismo del gatto per la produzione di energia, con conseguente trasporto dei sottoprodotti del metabolismo dei grassi verso il fegato per l’elaborazione. I gatti affetti da questa condizione sono comunemente affetti da obesità, vivono in ambiente domestico e possono presentare una riduzione o una cessazione dell’assunzione di cibo. Si verifica una rapida perdita di peso, accompagnata da ittero, disidratazione ed episodi intermittenti di vomito.

In questa situazione, l’organismo del gatto non è in grado di metabolizzare adeguatamente i grassi per la produzione di energia, provocando danni al fegato a causa dell’eccessiva esposizione ai sottoprodotti dei grassi. Se la condizione non viene trattata con un supporto nutrizionale completo, può avere esiti fatali.

Malattie infiammatorie epatobiliari – Colangite

Colangite è un termine utilizzato per descrivere un gruppo di patologie caratterizzate da un processo infiammatorio che coinvolge i dotti biliari. A causa della particolare anatomia dei gatti, essi presentano una predisposizione alle infezioni causate dall’ascesa di batteri dal tratto digerente verso i dotti biliari e il pancreas, con un’incidenza superiore rispetto ai cani.

I segni clinici della colangite, indipendentemente dalla causa sottostante, sono simili e includono anoressia, astenia, perdita di peso, vomito, diarrea, disidratazione, fegato ingrossato e ittero. Tali segni possono variare in intensità nel corso del tempo.

Neoplasia

La neoplasia epatica primaria è una condizione rara nei gatti. Tra i tumori che coinvolgono il fegato e causano manifestazioni cliniche nei gatti, i più comuni sono il carcinoma colangiocellulare (derivante dai dotti biliari) e il carcinoma epatocellulare. Questi tumori hanno una tendenza a svilupparsi nelle fasi finali della vita del gatto.

I segni clinici della neoplasia epatica sono aspecifici e includono letargia, anoressia, perdita di peso, distensione addominale e una generale sensazione di malessere.

Ostruzione del dotto biliare extraepatica

La sindrome in questione è caratterizzata da diverse possibili cause, tra cui tumori che esercitano una compressione esterna sui dotti biliari o lesioni ostruttive all’interno dei dotti stessi. I segni clinici associati a questa sindrome sono in gran parte simili a quelli riscontrati in altre condizioni di malattia epatica e risultano difficili da distinguere.

Shunt portosistemico

Lo shunt portosistemico è una patologia congenita in cui avviene un deviazione del flusso sanguigno intorno, anziché attraverso il fegato, a causa di un difetto vascolare di natura anatomica. Ciò impedisce al fegato di svolgere adeguatamente la sua funzione di eliminazione delle sostanze di scarto. Di conseguenza, si verifica un accumulo di queste sostanze nel circolo sanguigno del gatto.

Epatopatia tossica acuta

Le patologie epatiche possono derivare dal danno al fegato causato dall’esposizione a sostanze tossiche di origine ambientale o farmacologica. I gatti presentano una particolare sensibilità nei confronti del paracetamolo e dell’aspirina.

Come vengono curate le malattie epatiche nel gatto?

I protocolli terapeutici per le patologie epatiche nel gatto variano in base alla causa sottostante del disturbo. Le malattie epatiche feline possono derivare da fibrosi, anomalie vascolari congenite, esposizione a una vasta gamma di sostanze tossiche, disfunzioni del tratto biliare, presenza di ascessi e diversi tipi di neoplasie.

Tra le neoplasie, il carcinoma colangiocellulare e il carcinoma epatocellulare rappresentano alcune delle forme più comuni di tumori epatici primari nei gatti, sebbene non siano frequenti. Inoltre, molte forme tumorali possono metastatizzare al fegato. Le malattie epatiche possono manifestarsi sia in forma acuta che cronica.

Nonostante le opzioni terapeutiche possano variare a seconda della causa specifica, spesso includono una combinazione dei seguenti approcci e il trattamento è spesso a lungo termine per tutta la vita dell’animale.

Cambiamenti alimentari (terapia dietetica)

Di solito, vengono raccomandati cambiamenti dietetici per garantire che il gatto affetto da malattia epatica assuma le calorie e i nutrienti necessari per favorire la rigenerazione epatica e gestire i segni di encefalopatia epatica.

Queste diete possono essere commerciali o preparate in casa e tendono ad avere livelli limitati di proteine altamente digeribili e di alta qualità, al fine di ridurre le richieste metaboliche sul fegato. La restrizione proteica è importante per ridurre i livelli di ammoniaca nel circolo sanguigno, causata dalla degradazione batterica delle proteine nell’intestino. Il veterinario può prescrivere una dieta specifica con quantità controllate di carboidrati, vitamine, proteine, minerali e grassi. In caso di ritenzione idrica addominale, è necessario limitare l’apporto di sodio alimentare.

Oltre ai cambiamenti dietetici, il veterinario potrebbe suggerire l’uso di vitamine e altri integratori che possono migliorare la funzionalità epatica e promuovere la rigenerazione del fegato, come vitamina E, vitamina C, vitamina K, zinco, S-adenosilmetionina (SAM-e), cardo mariano (silibina) e/o ursodiol.

Nel caso di disturbi epatici ereditari associati a un accumulo eccessivo di rame, è importante ridurre al minimo l’assunzione di rame. Il veterinario può consigliare diverse diete commerciali disponibili sul mercato e/o diete preparate in casa che contengono quantità limitate di rame.

Terapia farmacologica

In determinati casi, la terapia farmacologica può essere appropriata per il trattamento delle disfunzioni epatiche nel gatto. È stato osservato che i glucocorticoidi (steroidi) possono prolungare la sopravvivenza in alcuni gatti affetti da patologie epatiche, grazie ai loro effetti antinfiammatori e immunosoppressivi. Tuttavia, l’uso di questi farmaci e i protocolli posologici appropriati rimangono oggetto di controversia.

In presenza di infezioni batteriche, specialmente se associate ad ascessi epatici, possono essere prescritti antibiotici. Alcuni farmaci anti-fibrotici sono stati impiegati per contrastare la fibrosi epatica. Studi condotti sull’uomo hanno dimostrato un notevole miglioramento dei segni clinici e delle percentuali di sopravvivenza con l’uso di tali farmaci. Anche alcuni animali domestici hanno tratto beneficio da questi trattamenti, sebbene siano stati riportati effetti collaterali come diarrea, vomito e disagio addominale. Altri farmaci possono essere raccomandati per alleviare vomito, emorragie e ulcere gastrointestinali, se presenti.

Il lattulosio viene comunemente prescritto agli animali domestici affetti da encefalopatia epatica per aumentare la tolleranza gastrointestinale alle proteine. Il lattulosio viene metabolizzato dai batteri presenti nel colon e intrappola le molecole di ammoniaca, rendendole non assorbibili e facilitandone l’eliminazione attraverso le feci. Inoltre, modifica il metabolismo batterico riducendo la produzione di ammoniaca.

Nei casi in cui il gatto presenti convulsioni associate a malattia epatica, possono essere raccomandati barbiturici come il fenobarbital, sebbene generalmente i barbiturici debbano essere evitati in presenza di malattia epatica. È probabile che in futuro vengano sviluppati altri farmaci in grado di contribuire al trattamento delle cause e delle conseguenze delle malattie epatiche.

I farmaci che richiedono il metabolismo epatico per diventare attivi (o per essere eliminati dall’organismo) dovrebbero essere evitati. In ogni caso, tutti i farmaci devono essere prescritti con cautela e in dosi moderate nei gatti con disturbi epatici.

Terapia di supporto

Talvolta, i disturbi epatici vengono gestiti esclusivamente attraverso terapie di supporto, sebbene generalmente vengano utilizzate in combinazione con altre opzioni terapeutiche anziché come sostitutivo.

La somministrazione di fluidi per via endovenosa o sottocutanea può essere utilizzata per correggere la disidratazione e ripristinare l’equilibrio elettrolitico. Possono essere prescritti antiacidi o altri farmaci per alleviare sintomi come vomito e diarrea. Naturalmente, aspetti essenziali includono un ambiente sicuro, tranquillo e con temperatura regolata, nonché una dieta equilibrata con libero accesso a acqua fresca.

Trasfusione di sangue

Le trasfusioni di sangue possono essere indispensabili per i gatti affetti da gravi disturbi emorragici correlati a malattie epatiche. È necessario utilizzare sangue intero fresco o concentrato di globuli rossi freschi, in quanto gli emocomponenti conservati presentano alte concentrazioni di ammoniaca, che sono indesiderabili nei casi di malattia epatica poiché possono esacerbare i sintomi comportamentali e neurologici associati all’encefalopatia epatica.

Intervento chirurgico

Nel caso in cui sia stata diagnosticata una singola massa epatica identificabile, l’approccio terapeutico ottimale consiste nella rimozione chirurgica. L’emorragia rappresenta la complicanza più comune associata a tali interventi, e nel caso in cui si renda necessaria una trasfusione durante o dopo l’intervento chirurgico, è preferibile utilizzare emocomponenti freschi. L’impiego di anestetici nei gatti affetti da malattia epatica richiede una valutazione attenta, poiché la maggior parte degli agenti anestetici viene metabolizzata dal fegato.

Per alcune forme di tumore epatico, la chemioterapia può essere una possibile opzione terapeutica. Tuttavia, purtroppo, per le forme tumorali che coinvolgono più di un lobo epatico, le opzioni di trattamento sono molto limitate.

Fonti