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Idrocefalo nel cane: cause, sintomi e trattamento

L’idrocefalo è una condizione caratterizzata da un abnorme accumulo di liquido cefalorachidiano (LCR) all’interno del cervello. Di solito, l’idrocefalo è congenito. Occasionalmente, l’insorgenza di questa condizione può verificarsi in seguito a trauma cranico, emorragia cerebrale, carenza di vitamina A, neoplasie cerebrali o esposizione a farmaci, prodotti chimici, batteri, virus o altre tossine.

Normalmente, il volume del liquido cefalorachidiano viene accuratamente regolato da complessi meccanismi neurologici. Questo liquido lubrifica il cervello fluendo attraverso un sistema di piccole camere dette ventricoli. Quando viene prodotta una quantità eccessiva di liquido cefalorachidiano o quando il cervello non regola tale quantità in modo corretto, il liquido si accumula nei suddetti ventricoli esercitando pressione sul cervello.

Cause dell’idrocefalo nel cane

L’idrocefalo canino è quasi sempre congenito (presente alla nascita). Di conseguenza, tale condizione viene più comunemente diagnosticata nei cuccioli. Talvolta, l’idrocefalo può insorgere anche in età adulta, ma si tratta di un’evenienza non comune nei cani domestici.

In medicina veterinaria vengono utilizzati diversi schemi di classificazione per caratterizzare l’idrocefalo. Uno pone una distinzione fra due tipologie generali del disturbo: idrocefalo comunicante e idrocefalo non comunicante.

Idrocefalo comunicante

In caso di idrocefalo comunicante, il cervello del cane non è in grado di assorbire una normale quantità di liquido cefalorachidiano dal sistema ventricolare cerebrale. I ventricoli cerebrali sono camere localizzate all’interno del cervello attraverso le quali fluisce il liquido cefalorachidiano.

Nei cani affetti da idrocefalo comunicante, non vi è alcuna ostruzione fisica a carico della libera circolazione di liquido cefalorachidiano attraverso e tra i ventricoli. Vi è invece una iperproduzione di tale liquido (sebbene sia una eventualità non particolarmente comune nei cani) oppure una anomalia o un danno a carico del cervello del cane che impediscono il corretto assorbimento del liquido cefalorachidiano.

L’idrocefalo comunicante di solito è congenito. Tuttavia, può essere anche acquisito in seguito a trauma, infiammazione, emorragia cerebrale, infezione, carenza alimentare di vitamina A o neoplasie cerebrali.

In un altro schema di classificazione, questo viene indicato come idrocefalo compensativo, poiché l’eccesso di liquido cefalorachidiano riempie gli spazi ventricolari, che possono essere interessati o meno da dilatazione dovuta al danno occorso, allo sviluppo o a un altro processo patologico.

Idrocefalo non comunicante

A differenza dell’idrocefalo comunicante, l’idrocefalo non comunicante coinvolge una ostruzione a carico del normale flusso di liquido cefalorachidiano attraverso il sistema ventricolare cerebrale. Si tratta in genere di una ostruzione fisica congenita.

Può essere causata dall’esposizione della madre durante la gravidanza a farmaci, prodotti chimici o ad altre tossine che causano difetti di nascita nei cuccioli. Queste sostanze vengono chiamate “teratogene”. Anche alcune infezioni da batteri, virus (in particolare il virus parainfluenzale) o da altri microrganismi, se contratte durante la gravidanza, possono portare all’insorgenza di idrocefalo congenito in uno o più cuccioli della stessa cucciolata.

Sebbene non sia così comune, l’idrocefalo ostruttivo può anche essere acquisito secondariamente a lesioni traumatiche, emorragia cerebrale, ascessi e/o neoplasie cerebrali.

Sintomi dell’idrocefalo nel cane

Indipendentemente dalla tipologia (congenito o acquisito), gli effetti dell’idrocefalo sono in gran parte gli stessi.

I sintomi correlati a questa condizione sono principalmente dovuti alla compressione fisica a carico dei vasi sanguigni presenti nel cervello (vascolatura cerebrale) causata da una eccessiva pressione intracranica derivante dall’abnorme accumulo di liquido cefalorachidiano nei ventricoli. Tale pressione compromette il flusso sanguigno e riduce l’apporto di ossigeno e altri nutrienti ai tessuti cerebrali.

Gli effetti dell’idrocefalo sono attribuibili anche a danni fisici a carico delle cellule nervose, dette neuroni. Questo accade a seguito della dilatazione dei ventricoli ripieni di liquido che comprimono i neuroni contro altre strutture e contro le ossa del cranio.

I proprietari di cani affetti da idrocefalo (sia esso di natura congenita o acquisita) possono non notare alcun segno della malattia, specie nelle razze toy e miniatura.

Quando i sintomi sono presenti, il proprietario può osservare uno o più dei seguenti elementi:

  • Cranio a cupola (testa alta, arrotondata)
  • Ottundimento del sensorio
  • Disorientamento
  • Mancanza di coordinazione (atassia)
  • Eccessiva stanchezza e sonnolenza
  • Ipereccitabilità
  • Cambiamenti nell’attività mentale
  • Cambiamenti comportamentali
  • Comportamenti compulsivi, come vocalizzazione anormale, circling (continuo girare in tondo), tail-chasing (inseguimento della coda)
  • Aggressività
  • Head pressing (atto compulsivo che consiste nel premere la testa contro un muro o un oggetto senza alcun motivo apparente)
  • Crescita stentata
  • Difficoltà respiratorie
  • Cambiamenti nell’andatura o nella deambulazione
  • Cambiamenti nella postura
  • Incapacità di apprendere normalmente; carenza o perdita dell’apparente capacità di comportarsi in base al pregresso addestramento
  • Anormale posizionamento oculare (bulbi oculari ruotati verso il basso e verso l’esterno, deviazione ventrolaterale delle orbite, strabismo ventrolaterale)
  • Alterazioni della vista (cecità parziale/completa)
  • Vagare senza meta
  • Stato di incoscienza
  • Coma
  • Crisi convulsive
  • Decesso

La natura e la gravità dei sintomi del cane possono non corrispondere necessariamente al grado di dilatazione dei ventricoli cerebrali causata dall’aumento di volume del liquido cefalorachidiano. In altre parole, un cane che presenta un lieve accumulo di liquido nel cervello può manifestare gravi segni clinici, mentre un cane con un accumulo significativo di liquido può manifestare solo sintomi lievi o nessun segno della condizione.

idrocefalo cane

I cani più a rischio

L’idrocefalo congenito è piuttosto comune in alcune razze toy e brachicefale, specie nei Chihuahua i cui crani a cupola sono considerati un tratto distintivo, che tuttavia predispone la razza allo sviluppo di idrocefalo. Anche Barboni Toy, Lhasa Apso, Carlino, Volpino di Pomerania, Pechinese, Maltese, Shih-Tzu, Bulldog, Boston Terrier, Yorkshire Terrier, Manchester Terrier e Cairn Terrier sono predisposti allo sviluppo di idrocefalo congenito.

Sono stati riportati altri fattori che possono essere associati all’idrocefalo, come piccole dimensioni dei cuccioli alla nascita, parto stressante (distocia, ovvero parto difficoltoso) e gravidanze brevi.

L’idrocefalo acquisito può insorgere in qualsiasi razza canina. Non vi è alcuna predisposizione nota circa il genere. L’idrocefalo congenito in genere viene notato ad 1 anno di età, mentre l’idrocefalo acquisito può insorgere nei cani di qualsiasi età.

Diagnosi dell’idrocefalo nel cane

L’idrocefalo in sé non è particolarmente difficile da diagnosticare, sebbene possa essere necessario rivolgersi a una clinica veterinaria specializzata dotata di strumenti diagnostici adeguati.

In genere, il veterinario, dopo aver raccolto la storia clinica dalla voce diretta del proprietario e dopo aver eseguito un esame fisico di routine, effettuerà un esame neurologico approfondito. La maggior parte dei veterinari procederà al prelievo di campioni di urine e sangue, come parte della raccolta dati iniziale. Tuttavia, nel caso in cui l’idrocefalo sia l’unico problema del cane e qualora non sia causato da un’infezione o da un’altra malattia sistemica, gli esiti di questi esami di solito saranno normali. Può essere raccomandata l’esecuzione di radiografie craniche. Queste possono riflettere i cambiamenti anatomici associati all’idrocefalo.

Per giungere a una diagnosi definitiva di idrocefalo, spesso è necessaria l’esecuzione di test avanzati, tra cui ecografia, tomografia computerizzata (TC) e/o risonanza magnetica (MRI) di cervello e cranio. Un ulteriore sussidio prezioso per la diagnostica di idrocefalo è l’elettroencefalografia (la registrazione grafica dei fenomeni elettrici che hanno luogo nel cervello), in particolare per la diagnosi di idrocefalo congenito.

Il veterinario può raccomandare la valutazione del liquido cefalorachidiano, a seconda delle circostanze del caso specifico. L’analisi del liquido cefalorachidiano richiede anestesia generale. Il campione viene in genere prelevato nella parte posteriore del collo, dove la colonna vertebrale incontra il cranio. Il veterinario procederà con estrema cautela all’inserimento di un ago spinale sterile perpendicolarmente alla pelle del cane, finché lo strumento non entrerà in ciò che viene definito “spazio subaracnoideo”. A questo punto, il liquido cefalorachidiano fluirà liberamente attraverso l’ago in uno speciale tubo di raccolta, per essere sottoposto a un laboratorio di patologia veterinaria. Il prelievo del campione deve essere effettuato con estrema cautela, in considerazione della elevata pressione intracranica che di solito accompagna la condizione. L’inserimento di un ago spinale nello spazio subaracnoideo crea un passaggio, attraverso il quale il liquido cefalorachidiano accumulato ha modo di fuoriuscire. Ciò può causare la fuoriuscita del cervello dalla sede in cui è normalmente contenuto attraverso questa apertura, che può essere fatale.

I cani affetti da idrocefalo che presentano una rapida insorgenza di segni neurologici necessitano di un intervento veterinario immediato. Questa deve essere considerata una vera emergenza medica. È bene prestare attenzione affinché il cane affetto da idrocefalo non venga iperidratato, con una fluidoterapia aggressiva per via endovenosa o sottocutanea, per evitare di accelerare l’aumento della pressione intracranica.

Trattamento dell’idrocefalo nel cane

Teoreticamente, gli obiettivi terapeutici sono: ridurre la quantità di liquido cefalorachidiano prodotta, aumentare la quantità di liquido cefalorachidiano che viene assorbita e/o deviare l’eccesso di liquido cefalorachidiano ad altre cavità corporee. L’obiettivo primario è alleviare l’accumulo della pressione a carico di nervi (neuroni), vasi sanguigni e altri tessuti cerebrali affetti. Purtroppo, in considerazione delle attuali conoscenze mediche, è difficile, se non impossibile, aumentare artificialmente le capacità di assorbimento del cervello mediante manipolazione medica.

Il veterinario sceglierà il protocollo di trattamento sulla base di diversi fattori, tra cui sintomatologia del cane al momento della visita, dimensione e condizione fisica dell’animale e causa sottostante dell’idrocefalo, se quest’ultima può essere determinata entro un lasso di tempo relativamente breve. Molti cani affetti da idrocefalo non manifestano segni esteriori della condizione.

Trattamento farmacologico

Il trattamento farmacologico dei cani con idrocefalo ad esordio acuto ha come scopo primario la riduzione della quantità di liquido cefalorachidiano che viene prodotta. I corticosteroidi (come il prednisone o desametasone) sono stati impiegati a questo scopo. Nel tentativo di ridurre l’iperproduzione di liquido cefalorachidiano nei cani idrocefalici, alcuni veterinari hanno utilizzato anche altri farmaci, tra cui acetazolamide, omeprazolo e furosemide.

Può anche essere raccomandata la somministrazione di diuretici per ridurre la pressione intracranica promuovendo l’eliminazione dei liquidi nelle urine. Nel caso in cui il cane sperimenti crisi convulsive, possono essere raccomandati farmaci anticonvulsivanti. Purtroppo, la terapia farmacologica di solito apporta solo un miglioramento temporaneo dei segni clinici.

Trattamento chirurgico

Il ricorso alla chirurgia può essere necessario, specie nel caso in cui il trattamento medico non allevi i sintomi entro alcune settimane. L’obiettivo del trattamento chirurgico è di deviare l’eccesso di liquido cefalorachidiano dai ventricoli cerebrali ad altre sedi corporee, spesso alla cavità peritoneale o all’atrio destro. La cavità peritoneale è lo spazio tra gli strati delle membrane che rivestono l’addome e la cavità pelvica. L’atrio destro è una delle quattro camere del cuore.

Esistono diverse procedure e tecniche per provvedere alla deviazione del liquido. Il veterinario curante deciderà quale utilizzare su base individuale a seconda di ogni caso specifico. Il trattamento chirurgico dell’idrocefalo viene quasi sempre effettuato da un veterinario specialista in neurologia.

Prognosi

La prognosi per i cani idrocefalici può essere alquanto variabile, da piuttosto buona a infausta (decesso del paziente).

Nel caso in cui la condizione sia congenita e il cane presenti evidenti sintomi neurologici con concomitante danno cerebrale irreversibile, la prognosi sarà probabilmente da riservata a scarsa.

Tuttavia, se la condizione è congenita, priva di sintomi o caratterizzata solo da sintomi lievi o nel caso la condizione sia acquisita in seguito a infiammazione (indotta da un trauma) o da una infezione trattabile, la prognosi può essere piuttosto buona, purché la causa possa essere identificata, corretta o curata prima che si verifichi un significativo danno cerebrale a causa dell’aumento della pressione intracranica.

Fonti

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