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Sindrome di Cushing nel cane: cause, sintomi e trattamento

La sindrome di Cushing, tecnicamente denominata iperadrenocorticismo, è una malattia cronica progressiva e uno dei disturbi endocrini più comuni nel cane anziano. Prende il nome dal Dott. Harvey Cushing, che per primo descrisse la malattia nei soggetti con tumori ipofisari.

La sindrome di Cushing si sviluppa a seguito di una prolungata esposizione a livelli anormalmente elevati di ormoni steroidei circolanti. Questi ormoni sono prodotti dalle ghiandole surrenali sotto l’influenza della ghiandola pituitaria (ipofisi).

I segni più comuni di questa malattia includono un aumento dell’appetito e del senso di sete, perdita simmetrica del pelo su ambedue i lati del corpo del cane, atrofia muscolare, scarsa tendenza alla guarigione delle ferite e distensione addominale (aspetto panciuto). Fortunatamente, la sindrome di Cushing è in gran parte trattabile e di solito gestibile. Per questo motivo, è importante che il proprietario del cane acquisisca familiarità con i segni di questa malattia.

Cause della sindrome di Cushing nel cane

La sindrome di Cushing è causata da un eccesso di ormoni corticosteroidi liberamente circolanti. Questi ormoni vengono prodotti dalle ghiandole surrenali, due piccole strutture localizzate nell’addome al di sopra di ciascun rene.

Lo strato esterno di queste ghiandole, detto corteccia surrenale, produce ormoni corticosteroidi che, a loro volta, sono responsabili della regolazione della concentrazione degli elettroliti, della gestione delle reazioni infiammatorie e della soppressione del sistema immunitario. La produzione e il rilascio degli ormoni steroidei sono regolati dalla ghiandola pituitaria o ipofisi, localizzata nel cervello.

La ghiandola pituitaria produce l’ormone adrenocorticotropo (ACTH) che, quando rilasciato, stimola la produzione di steroidi da parte delle ghiandole surrenali.

Il termine corretto per la sindrome di Cushing è iperadrenocorticismo.

  • Tale condizione è causata più comunemente da una produzione e secrezione eccessive dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) da parte della ghiandola pituitaria, in seguito a tumori funzionali ipofisari o al rilascio eccessivo del fattore rilasciante la corticotropina (CRF)  da parte dell’ipotalamo.
  • La sindrome di Cushing può anche essere causata da tumori funzionali della ghiandola surrenale, che favoriscono una secrezione eccessiva di corticosteroidi anche in assenza della stimolazione ipofisaria di ACTH.
  • Infine, la sindrome di Cushing può essere causata da un uso eccessivo o prolungato di farmaci steroidei, che stimolano o simulano una eccessiva produzione di ormoni surrenalici (sindrome di Cushing iatrogena).

Sintomi della sindrome di Cushing nel cane

Poiché l’iperadrenocorticismo colpisce con maggiore frequenza i cani di mezza età e anziani, i sintomi della malattia possono trarre in inganno il proprietario dell’animale inducendolo a considerarli come effetti naturali dell’invecchiamento del cane.

La sindrome di Cushing è causata da un eccesso dell’ormone cortisolo circolante, che può essere dovuto a tumori funzionali delle ghiandole surrenali e/o della ghiandola pituitaria (ipofisi). Questo disturbo può anche essere causato da farmaci somministrati per trattare altri disturbi che stimolano una eccessiva produzione di ormoni surrenalici. Questa forma di Cushing è detta “iatrogena”.

Tuttavia, se diagnosticata correttamente e in modo tempestivo, la sindrome di Cushing di solito può essere gestita in modo da eliminarla o mitigarne la gravità e migliorare notevolmente la qualità della vita del cane. Poiché la sindrome di Cushing è in gran parte trattabile, riconoscere i segni clinici è fondamentale per la prognosi del cane.

La sindrome di Cushing insorge più comunemente negli animali anziani ed è in grado di mimare i cosiddetti segni “normali” di invecchiamento. Il proprietario del cane affetto può osservare uno o più dei seguenti segni di malattia:

  • Aumento del senso di sete e dell’assunzione di acqua (polidpsia)
  • Aumento dell’emissione di urina (poliuria)
  • Emissione inappropriata dell’urina (il cane urina in casa o in altri luoghi insoliti)
  • Aumento di peso, obesità
  • Respiro affannoso
  • Contusioni cutanee
  • Perdita di pelo simmetrica, a chiazze (alopecia)
  • Mantello secco, opaco
  • Cute sottile o fragile che tende a lacerarsi facilmente
  • Intolleranza all’esercizio fisico
  • Debolezza
  • Atrofia muscolare
  • Genitali esterni ingrossati (ipertrofici) o atrofizzati
  • Infertilità
  • Mancanza di coordinazione (atassia)
  • Girare in tondo (circling)
  • Vagare senza meta
  • Irrequietezza
  • Scarsa tendenza alla guarigione delle ferite

Il cortisolo aumenta l’appetito e la sete, quindi è possibile che il proprietario del cane affetto noti la necessità di una più frequente somministrazione di cibo e acqua rispetto al solito. Spesso, infatti, in questi casi il proprietario definisce l’appetito del cane vorace.

Analogamente, potrà notare e riferire una anomala e simmetrica perdita di pelo, che interessa ambedue i lati del corpo del cane, combinata a una perdita di massa muscolare, particolarmente osservabile nelle zampe. L’atrofia muscolare e la corrispondente ridistribuzione del peso spesso conferiscono al cane affetto dalla sindrome di Cushing un aspetto “panciuto”.

Di solito, l’animale presenta anche una scarsa tendenza alla guarigione delle ferite. I cani affetti da iperadrenocorticismo sono predisposti allo sviluppo di altri problemi, tra cui insufficienza cardiaca, diabete mellito, infezioni e pressione alta. In genere, molti di questi segni compaiono contemporaneamente. Col progredire della malattia, i segni manifestati dal cane affetto si aggravano e aumentano.

sindrome di cushing cane

I cani più a rischio

La sindrome di Cushing insorge più frequentemente nei cani di piccola taglia il cui peso è inferiore a 20,4 chili. È comunemente osservata nei cani di età superiore ai 6 anni, con una lieve predisposizione per i cani femmina, sebbene sia stata diagnosticata anche a cani di età pari ad 1 anno. Beagle, Boxer, Bassotto, Pastore Tedesco, Labrador Retriever, Barbone e alcune razze di Terrier (soprattutto Boston Terrier) sembrano essere sovrarappresentate.

Diagnosi della sindrome di Cushing nel cane

Valutazione iniziale

Qualsiasi cane in cui si sospetti la presenza di iperadrenocorticismo verrà sottoposto ad un attento esame fisico e ne verrà valutata la storia clinica. La raccolta dati iniziale includerà un esame emocromocitometrico completo (CBC), un profilo biochimico del siero e una analisi delle urine, con o senza coltura batterica. Altri test diagnostici di routine includono radiografie e/o ecografie addominali e valutazione della pressione arteriosa.

Procedure diagnostiche

Per confermare la diagnosi, il veterinario può eseguire esami di laboratorio più avanzati, tra cui test di valutazione del rapporto cortisolo:creatinina nell’urina, test di soppressione con desametasone a basso e ad alto dosaggio, test di stimolazione con ACTH e/o una valutazione delle concentrazioni di ACTH endogeno nel sangue. Anche la risonanza magnetica (MRI) e la tomografia computerizzata (TC o TAC) possono essere utili nel processo diagnostico, in quanto possono contribuire a visualizzare eventuali tumori della ghiandola pituitaria o delle ghiandole surrenali.

Uno dei test più semplici tra quelli sopra citati è il test di valutazione del rapporto cortisolo:creatinina nell’urina. Di norma, al proprietario viene chiesto di raccogliere un campione di urina emessa dal cane di prima mattina, che dovrà essere portato al veterinario per la misurazione dei livelli di cortisolo e creatinina. Essenzialmente, esiti normali del test escludono la diagnosi di iperadrenocorticismo. Tuttavia, gli esiti cosiddetti “falsi positivi” possono verificarsi sino al 75% dei cani che non presentano la sindrome di Cushing, rendendo quindi necessaria l’esecuzione di ulteriori esami diagnostici.

Il test di soppressione con desametasone a basso e ad alto dosaggio e il test di stimolazione con ACTH, eseguiti insieme o separatamente, possono portare a una diagnosi definitiva di iperadrenocorticismo. Questi test prevedono inizialmente il prelievo di un campione di sangue, somministrando al cane desametasone o ACTH per mezzo di una iniezione, e successivamente il prelievo di campioni di sangue ad intervalli appropriati. Tutti i campioni di sangue vengono inviati a un laboratorio per un’attenta analisi.

Il veterinario è la figura professionale più indicata per decidere quali esami eseguire a seconda di ogni caso specifico.

Trattamento della sindrome di Cushing nel cane

Il protocollo di trattamento dipenderà da quale delle tre forme della malattia è presente.

La sindrome di Cushing iatrogena è causata da una eccessiva o prolungata somministrazione di farmaci corticosteroidi. Questa forma della malattia può essere trattata, e di solito curata, diminuendo e disabituando in modo graduale l’animale a questi farmaci, se possibile.

La sindrome di Cushing causata da tumori funzionali delle ghiandole surrenali o della ghiandola pituitaria può essere trattata solo mediante chirurgia o per mezzo della somministrazione di farmaci a vita. I tumori surrenalici di norma richiedono la rimozione chirurgica, altamente efficace in assenza di metastatizzazione. Purtroppo, pochi casi di iperadrenocorticismo naturale (ovvero non dovuto all’azione di farmaci) sono causati da tumori surrenalici. La maggior parte dei cani affetti dalla sindrome di Cushing presenta tumori della ghiandola pituitaria. Attualmente, i tumori ipofisari non sono normalmente rimovibili chirurgicamente.

Sono disponibili anche trattamenti medici, sebbene i protocolli siano complessi. Alcuni farmaci, tra cui Mitotano (Lysodren), Ketoconazolo, L-Deprenyl (Anipryl) e Trilostano (Vetoryl), sono stati utilizzati per trattare la sindrome di Cushing con vario successo per sopprimere la produzione di corticosteroidi. Ognuno di questi farmaci può comportare gravi effetti collaterali avversi e la maggior parte di essi può essere somministrata solo sotto la stretta supervisione del veterinario. Periodicamente dovrebbero essere eseguiti esami del sangue per assicurarsi che una eventuale chemioterapia non sia causa o contribuisca all’insorgere di altri problemi medici. Nonostante il rischio di effetti collaterali, le opzioni di trattamento medico supervisionate possono migliorare e prolungare la qualità di vita dei cani affetti da questa malattia. In alcuni casi, anche la radioterapia può essere un’opzione.

Prognosi

La prognosi per i cani affetti dalla sindrome di Cushing è variabile. Se la causa sottostante è un tumore surrenalico che può essere rimosso con successo, la prognosi è piuttosto buona. Tuttavia, se è coinvolto un tumore pituitario e l’unico trattamento è la chemioterapia, la prognosi è riservata.

Prevenzione

Purtroppo, oltre alla gestione dell’uso medico di corticosteroidi, non vi è alcun modo per prevenire l’iperadrenocorticismo nel cane. I tumori funzionali della ghiandola pituitaria e/o delle ghiandole surrenali insorgono per ragioni sconosciute e finché la causa di queste neoplasie non verrà scoperta la prevenzione della sindrome di Cushing può essere definita non realistica.

Fonti